Costi della politica: gli stipendi dei manager pubblici
Cofferati difende la gestione Atc di Sutti: "ecco i reali risparmi". Ma De Pasquale (PD) e Nanni (Idv) si schierano con la Draghetti
Il resto del Carlino, 15 dicembre 2007, pag XI
(...) Accanto alla presidente Beatrice Draghetti, per cui la difesa degli stipendi dei manager "non è la priorità", si schiera Andrea De Pasquale, presidente della Commissione Infrastrutture. "Non mi risulta - ha detto - che gli stipendi dei manager pubblici siano composti da parti variabili realmente vincolate a obiettivi e risultati. Se ci si appella a logiche di mercato, bisogna poi applicarle per intero: non solo nella retribuzione, ma anche nell'assunzione dei rischi e della responsabilità sul risultato". (...)
Agenzia DIRE del 14 dicembre 2007
ATC Bologna, Cofferati: manager tagliati di 222 mila Euro. Ma De Pasquale (PD) con Draghetti: stipendi d'oro non bastano.
(DIRE) Bologna, 14 dic. - Un risparmio di 222 mila euro sui dirigenti Atc. E, nel frattempo, un miglioramento delle condizioni dell'azienda da un deficit tendenziale di otto milioni di euro ad un mini-utile di 360 mila euro. E' questo il sintetico bilancio del mandato Sutti fornito dal sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, a sostegno della sua tesi: il tetto di legge agli stipendi dei manager rischia di svantaggare le imprese pubbliche.
Cofferati, uscendo oggi dal suo ufficio, ha consegnato personalmente ai cronisti un raffronto tra i costi della "governance" Atc nel 2004 (anno in cui ha "ereditato" la societa' dal centrodestra) e nel 2007. Allora tra presidente (era Maurizio Agostini), i quattro membri del Cda e il direttore generale, il costo annuo dei vertici era di 616 mila euro. Oggi questo si e' ridotto a 394 mila euro.
Tuttavia, nonostante le argomentazioni di Palazzo D'Accursio, non c'e' pace con la Provincia (secondo azionista Atc), che sostiene una posizione. Accanto alla presidente Beatrice Draghetti, per cui la difesa degli stipendi dei manager "non e' la priorita'", si schiera Andrea De Pasquale , presidente della commissione Infrastrutture per il Pd che gia' si era scagliato contro il "firma e fuggi" dei consiglieri comunali sul capitolo costi della politica. (SEGUE)
"Non credo che la rincorsa agli stipendi d'oro sia la strada maestra per selezionare una classe dirigente pubblica competente e motivata", scandisce in una nota il consigliere ulivista. De Pasquale argomenta cosi' la sua posizione: "Non mi risulta che gli stipendi dei manager pubblici siano composti da parti variabili realmente vincolate ad obiettivi e risultati. Ne' che a fronte a bilanci negativi tali manager abbiano sopportato conseguenze di tasca propria. Se ci si appella a logiche di mercato, bisogna poi applicarle per intero: non solo nella retribuzione, ma anche nell'assunzione dei rischi e della responsabilita' sul risultato. Altrimenti, non si vede come la mera assenza di un tetto retributivo possa garantirci contro il rischio di "ex assessori e politici bolliti". E poi, da parte di chi sceglie di impegnarsi nel pubblico, "ritengo che possano e debbano esistere motivazioni ulteriori al puro ritorno economico nella scelta di assumere un impegno dirigenziale in ambito pubblico. Una scelta insomma per cui non guasta anche un po' di vocazione".
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