marzo 2006
Seduta del 30 marzo
Convocata presso il Comune di Bologna, per l'udienza conoscitiva sul sistema VACMA, per conoscere le condizioni di sicurezza dei lavoratori e del materiale ferroviario utilizzato per il trasporto ferroviario.
Ho partecipato prendendo atto della radicale divaricazione tra la realtà raccontata dai dirigenti delle Ferrovie da un lato, e dall'altro dai sindacalisti e dal macchinista De Angelis (licenziato a seguito del blocco da lui causato a Bologna per avere rifiutato di condurre un Eurostar da Bologna a Roma).
In realtà, da alcune indagini da me fatte in ambiente sindacale nei giorni successivi, risulta che entrambe le voci abbiano omesso parti molto importanti di verità, sia sul fatto di Bologna che ha dato origine al licenziamento, sia sullo stato ordinario della sicurezza sui treni (che non è nè ottimale come lo descrive Trenitalia, nè drammatico come lo descrivono alcuni sindacalisti). La grande assente, in questa come in troppe vicende che meriterebbero un approccio più tecnico, è l'obiettività di giudizio.
Seduta del 16 marzo
Seduta dedicata alla presentazione di un report sulla situazione dell'economia bolognese e sulla valutazione delle filiere.
In un quadro nazionale relativo al 2005 segnato da una fondamentale stagnazione, e da un arretramento delle esportazioni, con settori in controtendenza come le costruzioni e l'immatricolazione di auto, l'economia dell'Emilia Romagna emerge per un differenziale positivo rispetto alla media nazionale: dal '97 al 2003 ha segnato una crescita del 10,4%, superiore a Lombardia e Veneto (entrambe al 6,8) e alla Toscana (9,7). Anche il tasso di disoccupazione regionale (3,4%) registra uno scarto positivo rispetto al dato nazionale (7,1) e anche rispetto alle altre regioni forti (Lombardia, Piemonte e Veneto sono intorno al 4%). Nel decennio 1995-2005 inoltre sono cresciuti gli occupati in imprese medio-grandi (da 250 a oltre 500 addetti), mentre sono calati quelli delle microimprese (meno di 10 addetti). Nello stesso periodo la quota regionale di export sul totale nazionale è passata dall'11,1 al 12,6.
Venendo alla provincia di Bologna, al 31 dicembre 2004 erano registrate 87.000 imprese, 1.000 in più dell'anno precedente. In particolare il 59% di esse sono imprese di servizi (aumentate di 900 unità), il 14% sono industriali (calate di 80 unità), il 13% di costruzioni (aumentate di 500 unità), il 14% agricole (diminuite di 320 unità).
Il valore delle esportazioni delle imprese bolognesi nel 2004 è stato pari a 8,5 miliardi di Euro, il 51% dovuto alla meccanica tradizionale, il 14% ai mezzi di trasporto, l'8% alla moda e il 6% alla chimica.
La Provincia si è resa protagonista dell'attivazione del Tavolo per la salvaguardia del patrimonio produttivo esistente (detto Tavolo di Crisi), che dall'inizio del mandato ha monitorato 45 aziende, per 23 delle quali la vicenda è ancora aperta. Il Tavolo ha funzioni di coordinamento e mediazione tra i vari soggetti interessati (proprietà, lavoratori, enti locali) allo scopo di mantenere i presidi produttivi sul territorio e difendere quindi l'occupazione.
Seduta del 2 marzo
Dedicata all'audizione delle rappresentanze sindacali sul Piano industriale di Hera e sulle riorganizzazioni aziendali. Non ho potuto partecipare per impegni di lavoro.
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