Urbanistica: 9 proposte per Bologna
7 idee guida e 2 proposte molto concrete, tratte dal programma della Margherita, per cambiare decisamente rotta nel governo del territorio.
Progettare il territorio
(Aprile 2004). Fin dall'inizio del mandato amministrativo 1999-2004 abbiamo fatto (prima come Democratici, poi come Margherita) dell'urbanistica uno dei principali terreni di impegno e di battaglia a Bologna, a partire dalla vicenda del Teatro Manzoni, per continuare con i Programmi di Riqualificazione urbana, ed arrivare al recente caso dell'area Hera. Abbiamo sempre cercato di combattere l'errore di progettare il territorio a compartimenti stagni, tra loro isolati. In vista del prossimo mandato amministrativo, riteniamo importante presentare 7 idee guida e 2 proposte molto concrete, tratte dal programma della Margherita sul Governo del Territorio.
7 IDEE GUIDA
1. Il territorio come bene pubblico. Il territorio è una risorsa limitata e non rinnovabile, che va dunque consumato con grande attenzione. Il primo cambiamento che Bologna ci chiede riguarda dunque l'idea stessa del territorio, che va riscoperto nella sua natura di patrimonio pubblico, in quanto ambito necessario all'esercizio di diritti di cittadinanza fondamentali come la salute, la mobilità, la socialità (...) 2. Governare il mercato, e non subirlo. L'idea che il libero mercato fosse capace di autoregolarsi in ambito urbanistico si è rivelata un'illusione: tutti abbiamo visto come l'interesse collettivo non si ottiene semplicemente sommando gli interessi dei privati. Oggi siamo di fronte allo spezzatino urbanistico, al trionfo della rendita come unico motore della trasformazione del territorio, al prevalere di interessi economici di pochi (proprietari e costruttori) su quelli collettivi. E assistiamo preoccupati all'abdicazione delle pubbliche istituzioni dal loro compito di tutela e promozione del pubblico interesse (...) 3. Decentrare e decongestionare. Bologna si svuota di abitanti e si riempie di uffici, trasformandosi in un luogo dove non si vive più, ma dove si va per lavorare e poi fuggire alla sera, con le conseguenze evidenti a tutti in termini di traffico, inquinamento e degrado. Meno inquinamento e prezzi più accessibili potranno riattirare residenti, e quindi negozi di vicinato, entrambi necessari a combattere il degrado (...) 4. Case a basso prezzo e riduzione della rendita. Accanto a questo occorre una duplice azione: di realizzazione – da un lato – di residenze a basso costo (utilizzando parte del patrimonio immobiliare e fondiario di proprietà pubblica), e di rigore amministrativo – dall'altro lato – orientato al contenimento della rendita, che deve essere riportata entro limiti accettabili. 5. Stop al consumo e cura del ferro. Bisogna opporsi al consumo indiscriminato e disordinato di territorio nelle aree agricole al confine della città, e convogliare i nuovi insediamenti solo laddove sia garantita l'accessibilità su ferro (fermate del Servizio Ferroviario Metropolitano), sia a Bologna che nei comuni della Provincia, anche spostando i diritti edificatori al di fuori dei comparti originari, se questi sono in zone congestionate, per collocarli dove esista una effettiva capacità insediativa. (...) 6. Liberare il centro e rinverdire la periferia. Siamo a favore di un progetto complessivo e stabile di chiusura al traffico e pedonalizzazione del centro. Per la periferia, proponiamo un grande piano di allargamento e collegamento del patrimonio a verde. 7. Partecipare per bilanciare i poteri forti. Una nuova politica urbanistica, per poter fare scelte forti e strategiche, ha bisogno di procedure non solo democratiche, ma anche effettivamente partecipate, nelle diverse fasi del processo urbanistico (obiettivi di indirizzo, valutazione delle proposte, eventuale concertazione, controllo sull'attuazione). L'urbanistica partecipata è inoltre il necessario contrappeso all'eccessivo protagonismo degli attori di mercato (proprietari e costruttori), oggi unici ispiratori delle scelte di trasformazione del territorio.
2 PROPOSTE DI ATTUAZIONE IMMEDIATA
A. Inventario del patrimonio immobiliare comunale. Perché il Comune possa giocare, nel governo del territorio, al meglio le sue carte, occorre conoscere tutte queste carte. Tra di esse ve ne sono certamente due di grande importanza: le aree di proprietà pubblica e gli immobili di proprietà pubblica (cioè nostra, di tutti i cittadini). Le prime possono costituire un'arma per calmierare i prezzi (se usate per la realizzazione di residenze a basso costo), e una opportunità di riequilibrio del territorio (se destinate a verde e servizi). I secondi possono dare una risposta positiva alla forte richiesta di spazi pubblici (per i giovani, per gli anziani, per attività culturali…) Ad oggi non esiste nessuno strumento, a Bologna, che censisca questi beni. Riteniamo quindi prioritario realizzare, già nei primi mesi del prossimo mandato, un inventario di questo importante patrimonio, per conoscerne non solo ubicazione ed estensione, ma anche (per gli immobili) l'uso attuale (sappiamo che vi sono edifici comunali inutilizzati o affittati a enti che li lasciano vuoti…) e lo stato di manutenzione (abitabile, da ristrutturare, cadente…)
B. Un osservatorio permanente sulle aree soggette a trasformazione. Il primo gradino della partecipazione è l'informazione, e in campo urbanistico non è facile, per un cittadino (e talvolta nemmeno per un consigliere!) capire per quali strade avanzino progetti e proposte di trasformazione di aree urbane. Spesso anzi quando un progetto diventa pubblico è troppo tardi per intervenire nel processo decisionale, e ai cittadini resta solo il diritto di protestare. Occorre quindi che il Comune si doti di un ufficio dove siano raccolti e resi accessibili tutti i documenti relativi a tutte le aree urbane soggette a trasformazione, ovvero sulle quali vi siano proposte, progetti, interessi che vanno pubblicamente conosciuti e giudicati. (...) L'offerta stabile, strutturata ed accessibile di tali informazioni permetterà di rendere più efficace ed incisiva la partecipazione dei cittadini alla formazione delle decisioni in materia urbanistica, che è l'obiettivo centrale nel nostro impegno. Trattandosi di una proposta che non comporta particolari difficoltà tecniche, riteniamo che sia possibile attuarla già nel primo anno di mandato.
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''Da cittadini abbiamo capito, a nostre spese, quanto le scelte urbanistiche influenzino la nostra salute (con l'inquinamento), i nostri spostamenti (con il traffico bloccato) e le nostre relazioni con gli altri (con l'assenza di luoghi per incontrarsi e coltivare i rapporti di vicinato). Ora dobbiamo chiederci come possiamo noi influenzare positivamente le scelte urbanistiche...''
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