Andrea De Pasquale

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Bologna e dintorni, febbraio 2012

Bologna e dintorni, febbraio 2012

Cari amici,

rieccomi alla nota periodica sulla politica bolognese. Trovate le precedenti sul mio sito. Rammento che per non ricevere questi messaggi è sufficiente chiedermi la cancellazione da questa lista, mentre se avete amici interessati segnalatemi la loro e-mail.

Tre i punti di questo mese (il secondo è reso ancora più "caldo" dalle notizie di oggi sul sequestro preventivo di 77 milioni conseguente all'inchiesta sul Civis):

1) UN INVITO PER SABATO 24 MARZO ORE 17.30 CON “IL MOSAICO”

2) ANCORA PEOPLE MOVER: UN “VIA LIBERA” SOFFERTO (CON RIVELAZIONE INTERESSANTE).

3) DIRITTO DI REPLICA: IL MESSAGGIO DI SERGIO LO GIUDICE.

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1) UN INVITO PER SABATO 24 MARZO ORE 17.30 CON “IL MOSAICO”

Da ormai 18 anni, con alcuni amici, attraverso il giornale IL MOSAICO ci rivolgiamo ad associazioni e cittadini attivi nel volontariato e nell’impegno civile cercando di ricostruire un filo di comunicazione con la politica. La distanza tra i luoghi dove si praticano le virtù civili (generosità, solidarietà, responsabilità...) e quelli dove si prendono le decisioni politiche e amministrative (partiti e istituzioni) ci è sempre sembrata una delle più gravi malattie della nostra società. E non stiamo guarendo, anzi.

Oggi come ieri siamo convinti del bisogno di riscoprire il valore della responsabilità personale e dell'etica pubblica, a partire dal patrimonio di impegno e di competenze presente e operante nel mondo del lavoro e del volontariato. Constatiamo l'inadeguatezza della nostra classe politica, con differenze non sempre sostanziali tra i diversi schieramenti. Vogliamo quindi confrontarci e ascoltarci sul modo più efficace per agire, a partire dal livello locale. Per questo abbiamo organizzato una serata di dibattito e confronto, sabato 24 marzo, dalle 17.30 in avanti. Nella quale presenteremo anche alcune proposte concrete di impegno. 

Non sarà insomma una serata celebrativa, pur avendo ormai una certa storia alle spalle, ma rivolta al futuro, nostro e di Bologna.

Il programma prevede due ore abbondanti di confronto, poi una cena (costo: 22 Euro tutto compreso), per continuare le chiacchiere davanti a un piatto di pasta e un bicchiere di vino. Siete tutti invitati, e vi chiediamo per cortesia di segnalarci (all’indirizzo 24marzo@ilmosaico.org) la vostra presenza, sia al dibattito, sia alla cena. E di farlo, per favore, entro venerdì 16 marzo, per poterci organizzare al meglio.

In allegato trovate il volantino di invito. Potete farlo circolare nel vostro giro, chiedendo per cortesia di confermarci le presenze (in particolare alla cena), sempre entro il 16 marzo.

La serata si terrà al Circolo Fattoria, in via Pirandello 6 (zona Pilastro), dalle 17.30 in avanti. La cena è prevista intorno alle 20.00.

Spero di vedervi, numerosi, battaglieri e lieti.

2) ANCORA PEOPLE MOVER: UN “VIA LIBERA” SOFFERTO (CON RIVELAZIONE INTERESSANTE).

Scusatemi se insisto su questo tema: non è mancanza di fantasia. E' che dopo il fallimento del Civis (già grave sul piano del mancato servizio, con l'aggiunta di una inchiesta giudiziaria approdata oggi al sequestro milionario) e dopo l'incapacità conclamata - da almeno 20 anni - di progettare per Bologna un sistema serio di mobilità pubblica, gli errori che si vanno reiterando sul People Mover destano in me un allarme rosso, un moto di ribellione. Ma vediamo i fatti.

Il 14 febbraio il Comune ha emesso due documenti importanti riguardo il progetto di People Mover (del quale trovate sul mio sito una analisi tecnica e una politica).

Il primo è il “documento di approvazione in linea tecnica del progetto esecutivo”, datato 9 febbraio, ma reso pubblico il 14, a firma dell’ing. Cleto Carlini, direttore del settore Trasporti del Comune di Bologna.

E’ un testo di 40 pagine, dal quale si apprende innanzitutto dell’aumento del costo dell’opera dagli 89 milioni del 2009 (non proprio il paleolitico) ai 104 attuali. Ma soprattutto è un testo pieno di “prescrizioni”, ovvero di indicazioni obbligatorie a Marconi Express (che deve realizzare e gestire la navetta). Ad esempio a pagina 13, dove si legge:

“Come già richiesto nel documento di approvazione del Progetto Definitivo, SI PRESCRIVE di verificare nuovamente, in relazione ai richiami della normativa e sulla base degli sviluppi tecnologici futuri, sia per i veicoli previsti allo start up sia per ogni veicolo aggiuntivo che verrà posto in esercizio o che verrà adottato 'in sostituzione' di quelli di start up, la possibilità di adottare motorizzazioni ribassate “sotto cassa” e la comunicazione con soffietti tra le tre cabine risultanti, o comunque di potere ottenere una configurazione del rotabile tale da garantire la comunicabilità delle casse e una ottimizzazione dell’utilizzo degli spazi interni (con diversa modalità della disposizione dei posti a sedere e riduzioni di quelli non utilizzabili dai pax, in quanto esclusivamente tecnici), ottenendo, a parità di dimensioni, una maggiore capacità di trasporto”.

Quindi, il fatto che su 17 metri di lunghezza del veicolo, solo 7 siano di spazio utile, mentre il restante è occupato da cabine guida (per un mezzo che dovrà funzionare senza guidatore) e da motore centrale (come le vecchie auto sportive), è sembrato strano anche a palazzo d’Accursio…

E ancora, dove si legge:

“Come già richiesto nel documento di approvazione del Progetto Definitivo, SI PRESCRIVE di verificare nuovamente la possibilità una eventuale diversa configurazione del rotabile stesso che, a parità di lunghezza e di sagoma rispetto al rotabile attualmente previsto, garantisca comunque una capacità di trasporto superiore ai non inferiore a 70 50 pax per convoglio in configurazione C2 previsti attualmente”.

L’impressione generale è che si approvi “questo” People Mover intimandogli, nello stesso istante in cui lo si approva, di diventare un’altra cosa, diversa da quello che è (un mezzo grande, più capiente, diversamente organizzato al suo interno, ecc).

In sintesi, nelle 40 pagine del documento, l’espressione “prescrizione” o “prescrizioni” ricorre 24 (ventiquattro) volte, e l’espressione “si prescrive” ben 57 (cinquantasette) volte. Insomma, come ci ha detto in confidenza un consigliere comunale ben navigato, nel documento “si prescrive a una gallina di diventare un’aquila”.

Ma le cose più interessanti (e a tratti stupefacenti), si leggono nell’altro documento, quello di risposta all’interrogazione 266400 del 2011 (presentata dal consigliere civico Lorenzo Sazzini).

Alla domanda “qual è la realistica portata del mezzo, tenendo conto delle valigie e dello spazio vitale?”, il direttore del Settore Trasporti risponde:

La capacità del veicolo Marconi Express è stata calcolata in base alle indicazioni della circolare ministeriale 81/96, che viene utilizzata per il calcolo di tutti i mezzi di trasporto pubblico di massa: treni, bus, ecc. Tale circolare precisa che la “capacità” di un veicolo si calcola considerando 3 possibili configurazioni: C2 (4 pax/mq), C3 (6 pax /mq) C4 (8 pax/mq).

Per i mezzi di trasporto pubblico di linea si ricorre prevalentemente alla configurazione C3; per esempio attualmente la capacità degli autobus che circolano a Bologna è calcolata in configurazione C3, cioè considerando 6 persone/mq. La configurazione C4 è invece scarsamente applicata (…)

In ogni caso, proprio per ragioni cautelative, Marconi Express, ai fini del calcolo della capacità, ha considerato la configurazione più ridotta, cioè la C2 (4 pax/mq). Considerando una superficie utile di 12,5 mq per ogni veicolo, il convoglio sarà in grado di trasportare 50 pax. Una certa quantità di valigie al seguito potrà essere riposte [così nell’originale] in apposite rastrelliere previste per ciascun veicolo(…)

Quindi, si continua a confondere il dato di omologazione con quello di reale capienza. Il fatto che in un mezzo (o in un edificio) possano teoricamente stringersi tot persone senza che questo generi problemi di sicurezza, non significa affatto che nella pratica quel mezzo (o quell’edificio) accolgano effettivamente quel numero di persone. La prova effettuata (e filmata) in novembre in proposito è molto chiara: sull’Aerobus, omologato per 91 passeggeri, ne salgono al massimo 50-52, perché con le valigie di più non ce ne stanno.

Ma andiamo avanti. Alla domanda “posto che nelle ore di punta possono atterrare nel giro di 15 minuti 4 aerei da 180 passeggeri… non è un sistema sottodimensionato? Si è pensato di acquistare un modello a maggiore capienza? La struttura regge un mezzo più lungo?”, risponde:

“Difficilmente si verificano situazioni di occupazione di tutti i posti disponibili su un aereo (le statistiche dicono che i carichi si attestano attorno al 70% dei posti disponibili). È difficile prevedere i tempi effettivi di collegamento tra i punti di sbarco e la fermata del People Mover (…)

I passeggeri continueranno ovviamente a diversificare le loro scelte di collegamento tra l’aeroporto con la loro destinazione successiva [così nell’originale], utilizzando oltre al People Mover modalità alternative (cambio volo, taxi, auto privata, auto a noleggio).

Si ritiene anche per tali motivi più opportuno non incentrare le stime sulla effettiva capacità del sistema su frazioni di ora, ma piuttosto ad intervalli orari che ad oggi portano a ritenerlo adeguato ai flussi attesi.

Carlini dunque sostiene che per un aeroporto vale la media oraria e non il picco di una frazione di ora. Ma tra le ragioni a favore del People Mover non c’era la rapidità del collegamento diretto, che faceva guadagnare diversi minuti al frettoloso viaggiatore aeroportuale? Cosa resta di questa rapidità se i passeggeri di un volo dovranno “spalmarsi”, per salire sul People Mover, sull’ora successiva all’atterraggio, ed aspettare 3 o 4 corse per salire?

Il documento prosegue in un “crescendo” di stupore e interesse. Riassumendo i termini della convenzione, l’ing. Carlini si lancia in un raffronto temerario con i numeri attuali del’Aerobus – BLQ.

 “…Se alla fine del primo anno il PM avrà trasportato meno di 837 mila passeggeri (quantità che cresce fino a 1,3 milioni del 2031), il Comune dovrà corrispondere al privato un contributo per i “biglietti in meno” … Viceversa, se nel primo anno di funzionamento il PM avrà caricato più di 1 milione di passeggeri (parametro che aumenta ogni anno fino a 1,5 milioni nel 2044), il privato dovrà versare il 25% dei ricavi ottenuti dai biglietti in più. (…) Non è naturalmente possibile prevedere con certezza assoluta il numero esatto di passeggeri attesi fino alla loro verifica effettiva, ma c’è un dato molto significativo da tenere in considerazione: nel 2010 gli utenti del bus BLQ sono stati 853 mila, cioè già oggi sopra la soglia di 837 mila sotto cui, come visto, scatterebbe il contributo pubblico del Comune al concessionario.

Ora, per non confrontare le mele con le pere, distinguiamo ancora una volta la portata teorica e il riempimento effettivo.

Oggi l’autobus Aerobus-BLQ fa 66 corse al giorno per direzione, per totali 132 corse. Applicando lo stesso metodo di calcolo della portata utilzzato per il People Mover, la portata annuale complessiva del BLQ dovrebbe essere: 91 pax (quelli da omologazione) x 132 corse al giorno (e fa già 12.012 al giorno) x 365 giorni, che fa 4.384.380. Oltre quattro milioni di passeggeri! 

Di fatto, sullo stesso Aerobus-BLQ salgono invece 850.000 passeggeri, circa 1/5 (per l’esattezza il 19%) della portata teorica: e questo appunto perché nei momenti di picco non ci stanno tutti, e nei momenti di valle viaggia semi vuoto, come è naturale in presenza di una domanda irregolare.

In sostanza, se la portata effettiva attuale del BLQ è pari al 19% di quella teorica “da circolare ministeriale” (853.000 su oltre 4.384.000), quella effettiva futura del PM potrebbe essere vicina al 20% dei 3.796.000 dichiarati da Carlini, ovvero 759.200. Una cifra, come si vede, al di sotto della soglia per cui scatta il contributo del Comune. Perché continuare a negare l’evidenza? Perché prenderci in giro?

La fragilità delle argomentazioni tecniche a favore del People Mover viene confermata dal passaggio sul raffronto con l’alternativa ferroviaria.

“C’è infine anche l’aspetto economico, finora sottovalutato. I costi di esercizio ferroviario (in media circa 13 € al veicxkm) sono molto più elevati rispetto a quelli di una tecnologia più leggera come il People Mover (circa 4 € al veicxkm)”.

Se l’espressione “veicxkm” significa “al veicolo per chilometro”, vuol dire forse che a Carlini (cioè al Comune di Bologna) 4 Euro al chilometro per un veicolo da 12,5 mq di superficie utile (e portata teorica di 50 posti) sembrano un costo inferiore ai 13 Euro al chilometro per un veicolo come un treno, che per superficie utile e portata è almeno dieci volte superiore?

E ancora, sull’ingresso di nuovi soci, “…il comune ha chiesto formalmente ad ATC, in più occasioni, di muoversi nella direzione di una modifica dei patti parasociali… A quanto ci risulta, si sono già svolti incontro propedeutici della società Marconi Express con Aeroporto G. Marconi, RFI e Nuova Mobilità (consorzio di operatori privati di trasporto pubblico), i quali, come altri potenziali azionisti pubblici o privati, attendono comunque la conclusione dell’istruttoria sul progetto esecutivo sul nuovo Piano Economico Finanziario e della definizione del riequilibrio per valutare e formalizzare il loro ingresso”.

Quindi, secondo la visione contrattuale che ha il Comune, prima il concessionario incassa l’ok del comune (che a questo punto non può poi tornare indietro, sia che arrivino, sia che non arrivino i famosi nuovi soci), e a quel punto, se per avventura qualcuno è interessato a entrare nella compagine societaria, bene, altrimenti bene lo stesso, e l’opera va avanti a carico dei cittadini bolognesi.

Ma il piatto forte, il lampo di luce che rivela i veri criteri di dimensionamento del People Mover, e i reali interessi che questo progetto deve tutelare, arriva in risposta alla domanda sulla concorrenza con altri mezzi per raggiungere l’aeroporto.

La risposta ribadisce quanto stabilito nella Convenzione del 2009, ovvero “che Comune, Provincia e Regione si impegnano a non finanziare con contributi pubblici il collegamento con l’Aeroporto tramite altri mezzi. Ciò detto, nulla vieta la possibilità di prevedere che a tale modalità di collegamento si affianchi ad esempio lo spostamento sulla rete ferroviaria, per poi coprire a piedi la distanza tra la fermata SFM e i termina aeroportuali. Resteranno ovviamente inoltre anche tutte le alternative ad oggi presenti come l’utilizzo del mezzo privato e del taxi”.

Più chiaro di così! Il denaro pubblico finalizzato a favorire il collegamento con l’Aeroporto dovrà andare tutto e solo nel People Mover. Chi vorrà usare la ferrovia sarà libero di farlo (bontà loro!), facendosi naturalmente un chilometro a piedi (magari con un percorso ad ostacoli?). Ma soprattutto – e qui sta la rivelazione – saranno ancora auto private e taxi a garantire l’accessibilità di massa all’Aeroporto, in coerenza con i grandi investimenti fatti dalla società aeroportuale sui parcheggi (i cui ricavi rappresentano una quota irrinunciabile del fatturato) e con il patto tacito con le cooperative di taxisti, ai quali non va ridotta la torta.

Avete capito? Ecco perché il People Mover nasce piccolo e sottodimensionato. Ecco perché l’appalto è stato vinto da chi ha proposto il mezzo più debole e meno capiente (a parità di infrastruttura edilizia e cementizia). Per tutelare il business di taxi e parcheggi.

Giunti a questo grado di consapevolezza, siamo pronti per la ciliegina sulla torta, ovvero la dichiarazione dell’assessore alla mobilità Andrea Colombo, apparsa su Facebook (dove gli attuali amministratori sono tanto più presenti quanto più evitano luoghi reali dii informazione e partecipazione) sempre il 14 febbraio (un san Valentino pieno di regali per la città). Leggiamola insieme, evidenziando la sequenza di inesattezze e forzature che inanella (vedi le sottolineature).

L’approvazione del progetto esecutivo è un passo in avanti fondamentale verso la realizzazione del people mover. E’ responsabilità della Giunta dare seguito ad un’opera già decisa da tempo e che riteniamo strategica per connettere in modo rapido, comodo ed efficiente le due più importanti porte di accesso alla città, cioè stazione e aeroporto.

Per tornare a competere Bologna ha bisogno di un sistema integrato e moderno di infrastrutture per la mobilità pubblica: il nostro disegno unitario tiene insieme il people mover come collegamento dedicato, finanziato in larga parte da privati, con i treni per gli spostamenti d’area metropolitana e le filovie per un servizio urbano capillare, su cui ridestinare invece i fondi pubblici del metrò.

Nel contempo, abbiamo agito con rigore per assicurarci che il progetto rispetti pienamente i requisiti trasportistici, ambientali e di sicurezza.

Per questo, l’istruttoria è stata compiuta dagli uffici in modo serio e approfondito, avvalendosi anche di una società esterna, chiedendo alla Marconi express informazioni ulteriori e prendendosi più mesi del previsto: le prescrizioni aggiuntive per garantire una migliore capacità di carico del sistema e un più ridotto impatto ambientale sono testimonianza di questo impegno.

A questo punto, dopo la presentazione e approvazione del nuovo piano economico-finanziario (PEF), sarà possibile partire concretamente con i cantieri. Prima dell’avvio dei lavori, in ogni caso, la Giunta si impegna a promuovere un momento pubblico di informazione e trasparenza sul progetto, per chiarire a tutta la cittadinanza ogni profilo sia trasportistico che economico”.

Che l’istruttoria sia stata “seria e approfondita” sarebbe bene lo dicessero altri rispetto a chi l’ha condotta. La società terza è poi un fantasma: abbiamo chiesto a Colombo di chi si tratti, ma non ha risposto. Ora attendiamo fiduciosi il “momento pubblico di informazione e trasparenza sul progetto”, che arriverà naturalmente quando nulla potrà essere più modificato, quando la macchina sarà partita, in modo da evitare noie e garantire il risultato.

No, cari amici e colleghi (del PD e non solo), questo atteggiamento non è accettabile. Perché il denaro pubblico, faticosamente sudato da famiglie e imprese, e dolorosamente pagato in tasse sempre più alte e soffocanti, non può più essere speso con tanta leggerezza e approssimazione.

E’ inaccettabile, in un contesto di tagli ai servizi pubblici anche essenziali (scuola, sanità, trasporti), destinare altro denaro pubblico (perché ad oggi tutto il rischio di impresa è a carico di un Concessionario che, stando alle carte firmate, sarà totalmente a partecipazione pubblica) a progetti spericolati e di dubbia efficacia, mai verificati con studi e analisi serie e disinteressate.

E’ inaccettabile che una amministrazione che aveva fatto della partecipazione la sua bandiera elettorale, e che un partito che richiama la democrazia nel proprio nome, si impegni in modo così cocciuto e continuativo ad evitare momenti di confronto partecipato e democratico su questo progetto.

E’ inaccettabile che, dopo un’esperienza come quella del Civis, si insista ancora ostinatamente, testardamente, a progettare e realizzare opere con gli stessi metodi e gli stessi soggetti.

Il tempo è galantuomo. Entro pochi anni (3 o 4) emetterà la sua sentenza anche su questa vicenda.

Se mi sbaglio io, se ci sbagliamo noi, critici dell’opera, sarò il primo a rallegrarmi, a scusarmi, e a godermi il fatto che, per una volta, il denaro pubblico sia stato ben speso. Se invece, malauguratamente, io avrò (noi avremo) ragione, allora qualcun altro dovrà dare spiegazioni. Senza scuse e senza sconti, questa volta. 

3) DIRITTO DI REPLICA: IL MESSAGGIO DI SERGIO LO GIUDICE.

A valle della mia newsletter del 2 febbraio, il capogruppo del PD in Consiglio Comunale, Sergio Lo Giudice, mi ha inviato la seguente nota, chiedendomi di diffonderla al mio indirizzario. Provvedo, astenendomi da commenti, che pure mi verrebbero facili a valle delle recenti (e ridicole) polemiche montate intorno ai funerali religiosi di Lucio Dalla.

5 febbraio 2012.

Gentile De Pasquale,

ho ricevuto una sua newsletter in cui trovo  affermazioni falsanti e diffamatorie sulla mia attività e sulla mia persona. Le chiedo di inoltrare agli stessi destinatari della sua precedente comunicazione questa mia nota in nome di un mio diritto di replica. In caso contrario mi rivolgerò al Collegio di garanzia del Partito Democratico di cui entrambi siamo dirigenti perché venga  tutelata la mia onorabilità.

Nel paragrafo “PD e SEL: uno scambio all’ombra della monorotaia” ipotizza “l’appoggio del partito di maggioranza alla battaglia per l’ingresso delle associazioni gay nella consulta della famiglia, in cambio di un ammorbidimento di SEL sulla monorotaia.” Motivo di questo sarebbe stato uno scambio politico fra il capogruppo PD Lo Giudice e la capogruppo SEL la Torre, basato sulla comune “militanza nell’associazionismo gay”: il sì di SEL al people mover in cambio del sì del PD all’ingresso delle associazioni gay nella consulta.

Questa fantasiosa ricostruzione ventila l’esistenza di una sorta di Spectre gay che condiziona le scelte amministrative in nome di interessi poco chiari: se non siamo alla lobby giudaico massonica poco ci manca. Considero questa lettura oltraggiosa e diffamatoria nei miei confronti, perché insinua che la mia attività sia svolta in nome di interessi particolari perseguiti in modo surrettizio. La rassicuro sul fatto che la  mia azione in Consiglio comunale  è svolta in  nome e per conto di un gruppo di consiglieri e consigliere che discutono e decidono insieme e che meritano una considerazione un po’ più alta di questa immagine di marionette in mano a lobby oscure.

Sergio Lo Giudice

PS. Riguardo alla vicenda di una mia frase su facebook rivolta all’esponente del PdL Galeazzo Bignami, è stata una mia leggerezza sottovalutare che quella battuta sarcastica  avrebbe potuto mettere in imbarazzo qualche consigliere del mio gruppo. Tuttavia torno a precisare  che quella frase è stata una reazione, certo più emotiva che razionale, alle parole con cui Bignami aveva titolato  un suo intervento su facebook sulla convenzione fra il Comune di Bologna  e il Cassero: “Come fare soldi e fare le vittime. Schifo.” Non oso pensare alle risposte che si sarebbero levate se un esponente della destra si fosse permesso di pronunciare queste parole contro un altro gruppo sociale oggetto di discriminazioni. Né pretendo che lei possa comprendere la mia indignazione contro queste parole e la violenza che sottendono.

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Vorrei parlarvi anche di altre cose, non solo locali: del governo Monti, di economia e lavoro, di primarie. E di riflessioni a margine del naufragio della Costa Concordia. Ma anche stavolta non riesco, sono già stato lungo.

Concludo rammentando che lunedì prossimo 12 marzo, terremo al Villaggio del Fanciullo il IV incontro del ciclo "Capire, Giudicare, Agire", dedicato soprattutto ai giovani dai 18 ai 35 anni: Questa volta parleremo di lavoro nella Pubblica Amministrazione, sempre con un relatore e due testimoni, che ci racconteranno la loro esperienza. Li conosco e garantisco che saranno molto interessanti.

Un caro saluto a tutti. Vi aspetto - i più giovani - lunedì 12, e tutti sabato 24 alla Fattoria. E... buona quaresima, tempo prezioso di purificazione e liberazione, buono da riscoprire anche in chiave laica. 

Andrea De Pasquale

www.andreadepasquale.it

Per contattarmi: scrivi@andreadepasquale.it - Per ricevere il mio rendiconto mensile: aggiornamenti@andreadepasquale.it
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