febbraio 2005
Seduta del 28 febbraio
Dedicata all'Accordo di programma per la gestione dei rifiuti agricoli (in vigore da ormai 6 anni). Si tratta di un'iniziativa della Provincia e associazioni agricole, ad adesione volontaria (gli agricoltori non sono obbligati a farlo) che punta a favorire la raccolta differenziata, quindi il recupero e il riciclaggio dei rifiuti agricoli.
Gli agricoltori aderenti conferiscono ai centri di raccolta (5 fissi più altri itineranti in tutta la Provincia) rifiuti anche pericolosi, come batterie, olii esausti, teli di plastica. Nel 2004 sono state 175 mila le tonnellate conferite, mentre il numero delle aziende agricole aderenti è di circa 2.000 nel territorio provinciale.
La delibera viene votata a favore all'unanimità dei membri della commissione.
Seduta del 25 febbraio
Seduta congiunta con l'omologa commissione del Comune di Bologna, e dedicata a 3 oggetti: - l'audizione di 3 comitati di utenti del SFM (Bologna - Portomaggiore, Bologna - Porretta, Bologna - Vignola); - la relazione dei dirigenti di RFI e TRENITALIA sulla sicurezza del Servizio Ferroviario Metropolitana; - l'audizione dei dirigenti dell'Aeroporto di Bologna sull'impatto ambientale del traffico aereo.
Interessante l'osservazione di Giovanni Zavorri, rappresentante del Comitato degli utenti della ferrovia Porrettana (540 aderenti), che sottolinea come la previsione del PTCP di concentrare intorno ai centri dotati di stazioni SFM è importante non solo dal punto di vista della mobilità, ma anche da quello dell'identità dei luoghi e dello sviluppo ordinato dell'urbanizzazione, ad evitare che le nostre valli diventino un "suburbio anonimo", un continuo indifferenziato di case lungo la strada.
Importanti anche le cifre portateci dall'ing. Vatrella, direttore compartimentale movimento di RFI Bologna, che dopo avere illustrato i criteri di misurazione degli incidenti ferroviari (criteri definiti in sede europea, e comprendenti tutti gli incidenti tra convogli, alle stazioni o ai passaggi a livello, che abbiano come conseguenze o la morte di una persona nei 30 giorni successivi, o dei feriti, o danni superiori a 10.000 euro, o interruzioni di linea superiori alle 6 ore), ci comunica le seguenti cifre (calcolate dall'Unione Internazionale Enti Ferroviari):
- incidentalità italiana nell'intervallo 1998-2003: 0,27, la piu' bassa di tutta Europa. - tendenza: da 0,55 del 1996 a 0,21 del 2004.
Le linee a binario unico sono ad oggi il 61% dei 16.000 km di binari italiani, ma hanno coperto solo il 35% dell'incidentalità totale, a dimostrazione che binario unico non è di per sè sinonimo di insicurezza.
Molto interessante anche la panoramica sui sistemi di sicurezza attivi sulle linee ferroviarie italiane, tra cui il più moderno ed efficace si conferma l'SCMT, Sistema di Controllo Marcia Treno, che controlla istante per istante tutti i valori di marcia del treno, confrontandoli con i limiti imposti dalla linea (pendenza, curvatura, condizioni dei binari, semafori...)
Significativa anche l'osservazione dell'ing. Bonaiuti, direttore compartimentale di Trenitalia, che ha fatto notare come davanti all'allarme inquinamento sentiamo spesso proporre contributi pubblici per rinnovare il parco auto e autobus, e mai per proporre investimenti sul ferro, cosicché essendo Trenitalia un'azienda in pareggio di bilancio, che non ha risorse proprie da investire nel rinnovo del materiale rotabile, l'acquisto di carrozze e treni nuovi resta molto rallentata.
A valle delle dichiarazioni di Mattioli, direttore della società Ferrovie Emilia Romagna, e di Ginocchini, direttore dell'agenzia regionale trasporti pubblici, ho fatto anch'io un intervento di forte richiamo alla necessità di non trascurare, insieme all'elettrificazione della ferrovia Bologna-Portomaggiore, anche l'eliminazione dei passaggi a livello di via Libia, Rimesse e Larga, e di non rinunciare ad un collegamento ferroviario specifico per l'ospedale S. Orsola - Malpighi, il maggior polo ospedialiero regionale, sfiorato dalla linea ferroviaria ma non servito da alcuna stazione.
Seduta del 18 febbraio
Dei due oggetti iscritti, qualità dell'aria e trasporto rifiuti, viene trattato e approfondito il primo, rinviando il secondo ad una successiva seduta.
Le competenze della provincia in tema di Qualità dell'aria discendono da una scelta della regione Emilia Romagna. Le fasi del lavoro che la Provincia sta conducendo sono:
1 - valutazione della qualità dell'aria (dal 2002). Di questa fase fa parte la zonizzazione, che qualcuno voleva fondata su confini amministrativi, mentre la provincia ha preferito mappare la continuità urbanistica e zonizzare per tipo di inquinamento (da cui esce un'immagine tentacolare, con i peduncoli che si allungano lungo i principali assi viari e insediativi, e nelle due valli del Reno e del Savena);
2 - valutazione sanitaria, sulla quale ci è appena stato consegnato un fascicolo illustrativo;
3 - azioni di indirizzo (50 azioni operative), che sono state condivise con gli amministratori (Conferenza Metropolitana) e con i rappresentanti della società civile (Forum di Agenda 21);
4 - azioni di indirizzo al piano (si concluderà a marzo), che porterà al Piano di Gestione Qualità dell'Aria. Contiene azioni che solo al 10% sono di competenza della Provincia, per il resto sono appannaggio dei Comuni. Questo lavoro è stato portato avanti da un Gruppo formale di cui hanno fatto parte (da ottobre 2003 a marzo 2004) tutti i settori interessati della provincia (ambiente, urbanistica, mobilità, attività produttive) e del Comune di Bologna, i Comuni, le ASL, le aziende di trasporto pubblico e ferroviario.
Ne segue un ricco dibattito, dal quale emerge il rischio che la Provincia, che investe in studi eccellenti e produce documenti di grande interesse, resti inefficace sul piano dell'attuazione, o si configuri come "l'Ente del no", che vieta, bacchetta, mette i bastoni tra le ruote dello sviluppo, ma non riesce a realizzare, quindi a mostrare i vantaggi di un approccio metropolitano e globale ai problemi ambientali.
Seduta dell'11 febbraio
Dedicata allo stato di attuazione delle opere e dei progetti della viabilità provinciale.
L'assessore Prantoni ricorda che siamo la prima provincia in Italia che ha realizzato un piano per la sicurezza stradale. Stiamo realizzando due progetti finanziati dall'Unione Europea, uno (MISS) orientato a fornire informazioni in tempo reale della condizione della viabilità (valore complessivo del progetto: 1.499 mila Euro), l'altro (FREEWAY), dedicato alla qualità dell'aria e alla possibilità di governare il traffico in conseguenza di questo parametro, sul quale la Provincia, come ente capofila, avrà 450 mila Euro.
Sono stati investiti 35 milioni di Euro in 3 grandi opere viarie, di cui si spera di aprire presto i cantieri: la nuova San Carlo (collegamento tra la trasversale di pianura 3 e la via Emilia, a sgravare la vecchia san Carlo che nasceva come strada di campagna di collegamento tra Medicina e la stazione ferroviaria di Castel San Pieto, sulla quale però è stato aperto un casello autostradale, un'area industriale da 1 milione di mq, un outlet da 2 milioni di clienti all'anno...), la nuova San Donato (prosecuzione della Fondo Savena fuori dall'abitato di granarolo fino allo svincolo con la trasversale di pianura), lo svincolo sopraelevato tra la provinciale 18 "padullese" e la provinciale 3 "trasversale di pianura".
Sono invece in fase avanzata di progetto la nuova Galliera (da Corticella a Funo saltando l'abitato di Castelmaggiore), la variante della Vignolese, la Complanare fino ad Imola, il completamento della tangenziale di San Giovanni in Persiceto, mentre quella di Budrio verrà in parte aperta già nei prossimi mesi.
Viene giustamente osservato (da me e dal consigliere Vigarani) come appaia molto più agevole procedere con opere di viabilità, piuttosto che con l'attuazione del SFM.
Seduta del 7 febbraio
Seduta straordinaria presso il Comitato Consultivo della Giunta sulle Varianti Urbanistiche: questa volta si parlava di varianti richieste dal comune di CastelGuelfo.
La variante propone a vantaggio del comune l'acquisizione di un'area di 6.600 mq per ampliare i campi sportivi, + 1.600 mq per realizzare un tratto di ciclabile, in tutto 8.200 mq che passano da privato a pubblico. In cambio il comune cambia la previsione urbanistica su 1.800 mq di proprietà dello stesso privato, rendendoli edificabili ad uso residenziale, con un indice di 0,33, ubicati in fondo ad un'area di completamento (quindi collegata all'abitato).
Inoltre la variante interviene sull'area produttiva di Castelguelfo, prevedendone l'espansione a seguito della richiesta di ampliamento di aziende già insediate nel territorio, per un totale di 120.000 mq, circa il 10% della superficie esistente. L'ambito produttivo è però trattato come di carattere sovra-comunale, in coerenza con il PTCP. L'espansione avverrà con la creazione di un'area ecologicamente attrezzata, la creazione di corridoi ecologici per la salvaguardia ambientale, e la realizzazione di un fondo di compensazione a cui partecipano in tutto 4 comuni (Castelguelfo, Castel San Pietro, Dozza, Medicina). Il polo produttivo è inoltre particolarmente ben servito dalla viabilità provinciale.
Seduta del 4 febbraio
Dedicata agli Effetti ambientali dei carburanti alternativi (GPL, Metano), a cui è stata dedicata una relazione tecnica da parte dei funzionari competenti dell'ente provinciale.
La seduta è stata presieduta dal vicepresidente Mainardi perchè io non ero presente a Bologna.
Seduta del 2 febbraio
Riunione straordinaria, in congiunta con la I commissione, per l'Approvazione dell'Intesa Istituzionale di Programma ai sensi della L.R n. 2/2004 - Legge per la montagna.
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