gennaio 2005
Seduta del 28 gennaio
Seduta congiunta con l'omologa Commissione del comune di Bologna e dedicata al Servizio Ferroviario Metropolitano, e in particolare al suo stato di attuazione e alle prossime tappe realizzative.
Apre la seduta l'assessore Venturi, dichiarando in sostanza 3 cose: 1) Non vogliamo che il 2008, anno indicato come di avvio del sistema SFM, ci colga di sorpresa. Occorre una nuova fase di accordi con la Regione per pianificare risorse e tempi certi di attuazione del SFM. 2) Dobbiamo curare l'integrazione di questo progetto con tutti gli altri che cadono sul nodo bolognese, primo tra tutti il tema della nuova stazione ferroviaria. 3) Occorre perseguire l'autonomia gestionale del SFM, del nodo di Bologna, all'interno del sistema regionale. Occorre pensare a nuovi strumenti gestionali più consoni al ruolo del nodo ferroviario bolognese, giudicato il piu' importante d'Italia.
La parola passa poi all'ing. Nigro, responsabile per la provincia del progetto SFM. Il progetto nasce nei primi anni '90, quando si cominciò a parlare di una linea veloce tra Firenze e Milano, originariamente pensata in superficie. Gli enti locali bolognesi intuirono che un passaggio interrato, oltre al minore impatto ambientale, avrebbe liberato i binari di superficie. Ne nacque un accordo nel '94, confermato nel '97. Il Servizio Ferroviario Metropolitano avrebbe una estensione di 350 km, di cui 280 nel territorio provinciale, con 86 fermate, di cui 73 nel territorio provinciale, e 16 nel territorio urbano. 6 linee sono di RFI, 2 in concessione (Vignola e Portomaggiore). Ma la cosa più rilevante è che il bacino di utenza potenziale (ricavato considerando i residenti entro un doppio raggio, pedonale - entro 600 metri - e ciclabile - entro 4 km -) è costituito da oltre l'80% della popolazione provinciale. L'attuazione è a un buon punto, esattamente al 62% del totale.
De Pasquale: mi pare sbagliato affermare di essere al 62% di realizzazione del progetto. Non è così nella percezione dell'utenza, non è così rispetto alle potenzialità di utilizzo. Dare il messaggio che "tutto va bene così" non aiuta il progetto di SFM nè il nostro territorio. Ci sono problemi di affidabilità sugli orari, di qualità delle carrozze, di integrazione con il Trasporto su Gomma (corriere che non fermano alle stazioni o che lo fanno ad orari scollegati ai treni). Se il nodo è che ci manca il governo dell'insieme del fenomeno, facciamo di questo uno degli obiettivi politici del nostro mandato. Due domande: si è pensato di utilizzare la linea di cintura per servire gli insediamenti residenziali vicini? Come mai nella relazione di oggi non si fa cenno all'interramento della linea Veneta?
Finelli: importanza di dare visibilità non solo al progetto, ma anche al processo. Le difficoltà e risultati vanno partecipati con i cittadini, anche per creare maggiore attrattiva e conoscenza.
Mattioli: tema di duplicazione dei servizi: esempio di Medicina, che dista 7 km da 2 stazioni come Castel San Pietro e Budrio, ma ha una corriera ogni mezz'ora che ci mette un'ora e venti per arrivare a Bologna. Una navetta di 10 minuti verso Castel S. Pietro, da cui in 15 minuti si arriva a Bologna, ridurrebbe a 25 minuti il tempo di penetrazione in città.
Bosi (consigliere regionale): importanza del cadenzamento, e della sicurezza. Elementi critici sulla Bologna-Verona già prima della tragedia di Crevalcore (inserimento di 6 eurostar su un binario unico, spostando e penalizzando il trasporto pendolare, ultima linea ad essere messa in sicurezza nonostante il binario unico e la nebbia).
Carella (consigliere comunale): tema di accessibilità al SFM. 5.000 posti auto previsti accanto alle stazioni sono una inezia. E' una sottovalutazione clamorosa dell'utenza. Bisogna intendersi se, quando facciamo i numeri, parliamo di corse, spostamenti, oppure di passeggeri, quindi persone. Dobbiamo puntare a fare sì che il cittadino "si senta un imbecille" ad usare il mezzo privato.
Zaniboni: confermo che non c'e' percezione del fatto che siamo al 62 % di attuazione: soprattutto i pendolari evidenziano molti disagi.
Vigarani: credo che questo di cui stiamo parlando sia davvero un punto strategico del nostro futuro, nell'obiettivo di togliere auto dalle strade. Attenzione al fatto che riducendo le auto riduciamo poi gli introiti degli enti locali, motivo per cui andrebbe rivisto il modello di fiscalità.
Degli Esposti (presidente quartiere Borgo Panigale): Tema dell'accesso a Bologna da tutta la regione, non solo cittadino. Occorre continuità in questo lavoro di coordinamento e di indirizzo delle scelte. A Borgo c'è la fermata di Casteldebole, che dovrebbe partire a settembre. I numeri che ho visto sono molto bassi rispetto alla potenzialità. C'è una questione che potrebbe essere affrontata con minimi investimenti ma con un po' di lungimiranza: il fatto che ci sono due biglietti diversi a Casteldebole per le due linee ferroviarie che ci passano (Vignola e Porretta). Mi dicono che a Napoli esiste il biglietto unico, ferro e gomma, a prescindere dal gestore.
Seguono poi altri interventi in linea con cose già espresse. Per quanto riguarda le risposte, Nigro afferma che per la linea di cintura esiste un progetto che contempla due fermate, al CNR e alle Aldini.
Insieme al presidente Natali concordiamo di fissare una commissione congiunta mediamente una volta al mese per seguire temi infrastrutturali di interesse metropolitano (aeroporto, tangenziale, passante, ferrovia, ecc.)
Seduta del 21 gennaio
Vista la coincidenza di data e ora (venerdì mattina alle 9.30) di un Convegno sulla gestione sostenibile delle aree produttive, organizzato da ERVET al palazzo degli Affari, ho ritenuto utile convocare la commissione presso la sede del Convegno, il cui tema (le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate) rappresenta un asse centrale del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Purtroppo il Convegno si è rivelato deludente, risolvendosi in una serie ripetitiva di affermazioni di volontà e di strategie, senza affondi nel concreto. Di tale seduta non ho verbale.
Seduta del 14 gennaio
La seduta si apre con un Comitato Consultivo su alcune varianti richieste dal comune di Lizzano in Belvedere, relativa alla trasformazione di una corte agricola in residenziale (giudicata negativamente), e ad una trasformazione, nella frazione di Vidiciatico, da verde pubblico a residenziale accanto all'impianto di co-generazione (pure giudicata negativamente).
Il punto più critico riguarda la proposta di un nuovo polo produttivo da 85.000 mq nell'area Le Borre, in un contesto rurale, al confine con Gaggio Montano. Emergono problemi di coerenza con il PTCP, primo per la collocazione, secondo perchè lo sviluppo generico di aree produttive di valenza sovracomunale è limitato alla pianura, mentre per la montagna c'è solo la disponibilità ad espandere sulla base di specifici progetti d'impresa. Qui le dimensioni sono certamente sovracomunali. Se si ha da fare un comparto simile, deve farsi con un accordo di vari comuni. In più qui c'è una classificazione, da parte dell'autorità di bacino, del terreno come "unità idro-morfologica" non disponibile all'edificazione. Ci sono poi problemi paesaggistici e di smaltimeno dei reflui.
Dall'altra parte vi è la necessità di mantenere un equilibrio (difficile e delicato) tra esigenze del territorio e di occupazione. Anche il PTCP di fronte a una domanda consente di dare risposta: qui pero' la domanda non e' documentata, siamo davanti ad una previsione insediativa e basta.
La seduta prosegue con il rinnovo del protocollo d’intesa tra la Provincia di bologna i comuni di Castenaso e Granarolo Emilia, Arpa di Bologna, AUSL di Bologna, Università di Bologna e FEA s.r.l., per l’effettuazione del monitoraggio ambientale dell’area circostante l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di via del Frullo a Granarolo Emilia. Si tratta di un impianto avviato nel luglio del 2004, da condurre a piena operatività per chiudere il vecchio.
Gli effetti - spiega l'assessore Burgin - vogliamo misurarli con un lavoro condotto da un gruppo di enti pubblici (provincia, comuni, arpa, usl) che affianchi il parere del gestore. Un lavoro imponente, da 330 mila Euro, tutti a carico del gestore (Hera). Se i risultati di questa indagine saranno positivi, saremo allora veramente tranquilli.
I controlli riguardano la popolazione residente, i prodotti agricoli, il terreno, l'aria. Va oltre quanto richiesto dalla normativa ambientale vigente, che impone un controllo costante delle emissioni ai camini, ma si limita a questo, non preoccupandosi del rapporto tra emissioni e ambiente circostante.
Il protocollo, illustrato dall'assessore Burgin, ottiene infatti il voto all'unanimità dei componenti la Commissione.
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