Apertura dedicata al cordoglio per la morte di Arrigo Boldrini, comandante partigiano al quale dedicano interventi Sergio Spina (RC), Anna Cocchi (PD) e Giovanni Venturi (PDCI).
Tra le domande di attualità segnalo quella di Finotti (FI) sui tempi di attuazione del
pedaggio sulla tangenziale di Bologna. Nella risposta il vicepresidente Giacomo Venturi ribadisce che il disegno generale è quello di attivare il pedaggio come disincentivo all'attraversamento di Bologna, quindi in contemporanea con
l'apertura del Passante Nord, ma che le decisioni andranno prese coinvolgendo molti soggetti e tenend conto di molte variabili, tra cui l'opportunità di finanziare il trasporto pubblico su ferro. Il fatto di muoversi da subito per preparare il terreno (dal punto di vista giuridico e burocratico) al pedaggio non significa aver deciso i tempi ma mettersi avanti coi lavori per non trovarsi poi indietro con gli atti necessari.
Si apre il dibattito sull'argomento principale del giorno:
la vicenda del Corno alle Scale, rimasto senza gestore alla vigilia delle vacanze di fine anno. La presidente Draghetti ripercorre la storia ricordando come l'attività sciistica si svolgeva su beni di proprietà del Parco del Corno alle Scale, che li aveva dati in concessione alla società "Corno alle Scale iniziative turistiche", la quale ha improvvisamente comunicato, il 6 dicembre, di non voler più gestire gli impianti. Il 13 il Comitato di gestione del Parco, alla luce dell'accordo di concessione, (che chiarisce come
"... i beni vengono concessi per l'attività sciistica... e la concessione può essere revocata"), ha revocato la concessione: non si poteva fare diversamente. Il fatto di riuscire ad aprire parte degli impianti entro il 31 dicembre è stato un risultato prezioso e non scontato. Il gestore ha assunto un atteggiamento di boicottaggio (anche con azioni legali su cui ha poi avuto torto), al fine di non permettere l'utilizzo dei macchinari (es. gatti delle nevi) ad altri.
La presidente ricorda come fino al 2001 la gestione degli impianti fosse direttamente esercitata da una società partecipata dalla Provincia, e a fronte di risultati economici non positivi si decise di rivolgersi a specifiche professionalità e imprenditorialità privata, chiudendo la stagione di gestione pubblica di attività turistica. La situazione attuale è di emergenza e transitoria: abbiamo escluso nettamente di ritornare a gestioni dirette di parte pubblica, ma vogliamo puntare ad una "public company" territoriale, a cui partecipino gli operatori locali di Lizzano e dintorni.
Naturalmente la minoranza, che ha chiesto questo consiglio (e ha invitato diversi cittadini che affollano il pubblico), accusa la Giunta di non avere fatto abbastanza. In particolare il
consigliere Facci (AN) rimprovera la miopia della scelta della Provincia di non intervenire in aiuto di un privato che aveva sempre investito in opere di pubblico interesse i proventi della stazione sciistica, la quale non si sostiene da sola, ma grazie all'indotto generato sul territorio (non per nulla i soci erano albergatori ed esercenti locali, che non guadagnavano direttamente dall'attività sciistica, ma dalla ricaduta sul territorio). Il ragionamento "i privati non dividono gli utili con gli enti pubblici, quindi non chiedano nemmeno aiuti" denota o la non conoscenza del funzionamento di una stazione sciistica, o una inadeguatezza al ruolo di governo di un territorio. "
Non avete capito che una stazione sciistica non produce utili ai gestori ma al territorio attraverso le attività collaterali: abbandonate l'ascia di guerra contro il gestore e arrivate a un armistizio, nell'interesse del territorio".
Mattioli (PD) ribalta la lettura confrontando le scelte imprenditoriali del comprensorio del Corno con quelle del Cimone, il quale - a differenza del primo - ha investito in un turismo su 12 mesi all'anno, l'unico in grado di reggere i costi che, con la sola stagione invernale, non può sostenersi.
Dopo un lungo dibattito (fino alle 18.40), si arriva all'unica delibera, approvata con 18 voti favorevoli e 8 astenuti (le minoranze), relativa alla realizzazione di una strada di accesso alle proprietà private in variante alla Trasversale di Pianura in comune di Budrio, allo scopo di eliminare due pericolosi incroci a raso. Per dettagli vedere la
IV Commissione dell'11 gennaio.
Viene infine approvato (con 18 voti a favore e 6 astenuti) un ordine del giorno di indirizzo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.