maggio 2007
Seduta del 29 maggio
Convocata straordinariamente alle 9 di mattina, per proseguire (e terminare in giornata) la discussione sul Consiglio degli stranieri.
Che viene approvato verso le 19.00, con 23 voti a favore e 6 contrari, dopo altre 9 ore di discussione (dalle 13 alle 14 infatti c'è stata la pausa pranzo, finamente senza buffet a fianco del consiglio), e dopo che 2 o 3 emendamenti delle minoranze sono stati accolti (talvolta con aggiustamenti) dalla maggioranza.
Il testo finale integra alcune modifiche che anch'io avevo sollecitato in discussioni interne alla mia maggioranza, come ad esempio la totale pubblicità delle sedute (c'era chi, per non mettere in imbarazzo gli immigrati, pensava di fare cosa buona a permettere loro sedute a porte chiuse: ma l'abbiamo dissuaso), o il richiamo ai principi della Costituzione Italiana, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e alla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo, secondo il paragrafo che abbiamo fatto introdurre all'inizio del regolamento (art. 2 comma 1). Si è inoltre codificato nel regolamento che i lavori del Consiglio avverranno in lingua italiana.
Per il resto, il Consiglio verrà eletto ogni 5 anni (secondo le normali tornate amministrative), sarà composto da 30 membri, eletti in 3 collegi: Bologna città (12 seggi), Imola (4 seggi), altri comuni (14 seggi). Il Presidente di tale consiglio potrà partecipare ai lavori del Consiglio Provinciale con le prerogative proprie degli altri consiglieri, tranne il diritto di voto.
Gli emendamenti del centrodestra (e le argomentazioni con cui sono stati accompagnati) puntavano in generale ad "alzare la soglia" dei requisiti chiesti agli stranieri e a limitarne le facoltà, chiedendo ad esempio di chiamare Consulta anziché Consiglio tale organo, Coordinatore anziché Presidente chi lo presiede, di inserire una quota obbligatoria di donne, un esame linguistico per poterne fare parte, il fatto che il Presidente non sieda a fianco dei consiglieri provinciali (emendamento 62 e 62 bis), e così via.
Quanto al carattere ostruzionistico o meno degli emendamenti originali (come ho scritto, all'alba del 23 maggio le opposizioni hanno poi deciso di cambiare strada, e il consiglio odierno in effetti è stato lungo ma senza ostruzionismi), cito di seguito 3 emendamenti, aventi ad oggetto le modifiche all'art. 39 bis:
- Emendamento 138: La tornata elettorale sarà considerata valida solamente se hanno votato almeno il 50% degli aventi diritto.
- Emendamento 139: La tornata elettorale sarà considerata valida solamente se hanno votato almeno il 40% degli aventi diritto.
- Emendamento 140: La tornata elettorale sarà considerata valida solamente se hanno votato almeno il 30% degli aventi diritto.
Chiunque capisce che chiedere la parola su ciascuno di tali emendamenti ha avuto (nel caso: avrebbe avuto, visto che tale prassi è stata abbandonata al 20° emendamento) un chiaro significato ostruzionistico, e non di merito.
Personalmente resto convinto dell'opportunità di tale strumento, anche se avrei preferito un momento rituale e formale di adesione dei singoli consiglieri eletti ai nostri principi costituzionali; il fatto che tale adesione sia stata chiesta in uno tra i tanti emendamenti "punitivi" proposti dal centrodestra ha ristretto gli spazi di discussione e impedito una riflessione serena sul punto. Che per me è molto semplice: non essendo tali eletti cittadini italiani, non hanno un legame "implicito" con le regole di base della nostra convivenza, motivo per cui sarebbe importante, nel momento in cui si conferisce loro un mandato di rappresentanza, una capacità politica, chiedere anche un'esplicita adesione ai valori che stanno alla base del nostro patto civile, che intendiamo con loro condividere.
Ma intanto un passo avanti importante è stato fatto, e ritengo che sia bene iniziare: poi le occasioni di miglioramento e correzione di rotta non mancheranno.
Seduta del 22 maggio
Seduta dedicata unicamente alla discussione della delibera di approvazione del regolamento di istituzione e funzionamento del Consiglio degli stranieri e degli apolidi residenti nel territorio provinciale, e segnata dalla decisione del centrodestra di esercitare a fondo le possibilità di ostruzionismo consentite da un utilizzo formalistico e forzato del regolamento.
Accade così che su un atto ampiamente discusso in V commissione (direi 3 sedute), e supportato da un team di consulenti tecnici, il centrodestra propone in Consiglio 160 emendamenti, e per ciascuno chiede di fare uno o più interventi, ciascuno di 5 minuti, più la dichiarazione di voto, anch'essa di 5 minuti. Il risultato è che alle 3 di notte siamo appena al 18° emendamento, e l'evidente volontà di allungare i tempi (puntando al cedimento fisico della maggioranza, che deve garantire 19 presenze in aula) con l'obiettivo di conseguire la mancanza del numero legale e quindi il rinvio della delibera, genera una sequenza di interventi ripetitivi, retorici, talvolta provocatori, visto che qualsiasi replica o anche interruzione da parte della maggioranza farebbe il gioco di chi punta al rinvio.
Un rapido conto mi porta a quantificare in questo modo i costi di questo atteggiamento: - raddoppio del gettone di presenza per circa 30 consiglieri (e sono 2.700 Euro), visto che il consiglio è andato oltre la mezzanotte; - raddoppio delle giornate lavorative perse e quindi rimborsate dalla Provincia ai datori di lavoro dei Consiglieri (mettiamo che i dipendenti siano 20 su 30 e che la giornata lavorativa abbia un costo lordo di 100 Euro: sono altri 2.000 Euro); - straordinario notturno per il personale di assistenza al consiglio, la segreteria di alcuni gruppi e gli ausiliari (8 o 9 dipendenti della provincia: mettiamo altri 500 Euro); - maggior costo della stenografia e poi della trascrizione del verbale, che sarà tanto abnorme nelle dimensioni quanto ovvio nei contenuti.
Alla fine quindi la scelta di ostruzionismo del centrodestra, oltre a esasperare naturalmente gli animi (dopo 12 ore di presenza in aula la stanchezza si fa sentire...) senza cambiare l'esito politico, ottiene come risultato quello di aumentare seccamente il costo della seduta di oltre 5.000 Euro. Un bel segnale, nel clima di sfiducia dei cittadini verso la politica: non c'è che dire.
Arrivati alle 4.50 e al 21° emendamento, il centrodestra (anche loro sono stanchi) fa una proposta in cui offre la disponibilità ad "selezionare" 10 emendamenti "principali", su cui però chiedono di avere un dibattito effettivo, e di votare i 140 rimanenti senza presentazione e senza discussione: in cambio chiede il rinvio della discussione a martedì prossimo.
Noi maggioranza accettiamo la proposta, chiedendo però di impegnarsi affinchè si arrivi al voto entro le 18.00, senza più forzare gli orari. Alle 5.00 la seduta è tolta.
Nella sostanza, il Consiglio degli Stranieri punta a dare rappresentanza a persone che vivono sul nostro territorio pur non essendo cittadini italiani, e il regolamento prevede che tale rappresentanza possa fare da cinghia di trasmissione verso le istituzioni: il Consiglio infatti avrà un ruolo consultivo e propositivo verso la Provincia.
Seduta del 15 maggio
Seduta aperta da un minuto di silenzio per diversi lutti: l'operaio Giancarlo Sisti, caduto sul lavoro a Casalecchio (per il ribaltamento della gru che stava manovrando), il musicista Mario Zanzani.
La prima parte dell'assemblea è segnata dagli strascichi delle polemiche sulla contestazione avvenuta sabato a margine della processione di ingresso della Madonna di san Luca in città: agli interventi misurati di biasimo da parte di Finotti (Forza Italia) e Zaniboni (Margherita), fanno seguito interventi decisamente più sgangherati di Spina (Rifondazione), che rivendica il diritto a manifestare, e Leporati (Forza Italia) che vuole convincere Spina che la Madonna protegge anche lui.
Dopo le domande a risposta immediata (tra cui segnalo quella di Finelli, DS, sulla preoccupante situazione della viabilità nel comune di Malalbergo, alla vigilia dell'apertura della campagna saccarifera, che porterà ogni giorno centinaia di camion in più), vengono approvate (entrambe all'unanimità) due delibere: quella relativa al programma per il 2008 degli interventi di forestazione e manutenzione delle opere di iniziativa pubblica (accompagnata da un ordine del giorno dei gruppi di FI e An, per promuovere nuovi interventi di forestazione, che viene approvato anch'esso all'unamità), e quella riguardante lo schema di convenzione tra Provincia e i Comuni di Argelato e Castello d’Argile per la realizzazione, rispettivamente, di una pista ciclabile lungo la via Contese, nel centro abitato, e di uno svincolo a rotatoria tra le strade provinciali 18 “Padullese” e 42 “Centese”.
In conclusione viene votato, ancora all'unanimità (!), un ordine del giorno che prende atto della gravità del fenomeno delle morti bianche (incidenti sul lavoro) e impegna il Consiglio a fare una indagine approfondita di questa piaga sociale (1.200 morti all'anno in Italia).
Seduta dell'8 maggio
Durante le interpellanze, divertente siparietto tra il consigliere Leporati (interrogante) e l'assessore Tedde sull'opportunità di installare intorno alla residenza provinciale sistemi elettronici che richiamino i soggetti che si rendono protagonisti di comportamenti incivili (sistema, pare, applicato in qualche parte in Inghilterra). L'assessore esprime il suo giudizio negativo rispetto a questa soluzione, scatenando reazioni colorite da parte dell'esponente di Forza Italia (vedi verbale). 3 le delibere poste in votazione: la prima, di parziale modifica del protocollo per la realizzazione del Progetto MicroKyoto, passa con 23 voti a favore, 1 astenuto e nessun contrario; la seconda, relativa all'approvazione del rinnovo per il triennio 2007-2010 dell'Accordo istitutivo del " Centro Integrato Servizi Scuola/Territorio", viene approvata con 21 voti a favore, 5 astenuti e nessun contrario; infine la terza, relativa ad una variazione del Bilancio di previsione 2007, viene approvata con 24 voti a favore, 1 astenuto e 5 contrari: ma si apre un problema politico, perché, mentre è scontato il voto contrario delle minoranze, l'astensione dei Verdi (nella persona di Alfredo Vigarani) su un atto che va a definire il bilancio dell'ente (l'atto fondamentale di governo) è assolutamente incongrua con la presenza, in giunta, di un assessore dello stesso partito (Pamela Meier, alle attività produttive), che quindi condivide tutte le responsabilità di governo della Provincia. Ritorna qui il tema del bivio tra responsabilità di governo e rappresentanza del proprio elettorato, da me analizzato nell'editoriale del Mosaico nel dicembre 2004, dopo 6 mesi di coalizione governante.
Seduta del 2 maggio
Consiglio senza delibere in programma, ma solo interrogazioni e interpellanze, e in coda un ordine del giorno presentato dalle minoranze per impegnare la Provincia in alcune azioni simboliche a favore della famiglia.
Tra le interpellanze, segnalo quella del gruppo di Alleanza Nazionale (tutti e quattro) rispetto all'aumento (del 50%!) del pedaggio autostradale nel tratto Casalecchio - Sasso Marconi (da 80 centesimi a 1,20 Euro). Nella risposta, l'assessore Prantoni sottolinea l'autonomia della Società Autostrade nella determinazione delle tariffe, e la scarsa influenza dell'Ente locale su tali scelte. Il consigliere Facci (AN) nella replica evidenzia il duplice disagio oggi a carico di chi (per residenza o per lavoro) deve raggiungere la media e alta valle del Reno: da un lato lo spostamento del casello (con 10 km aggiuntivi di percorso), dall'altro l'aumento del pedaggio, che sommato al punto precedente spinge molti a trascurare l'autostrada ed appesantire ancor di più la Porrettana tra Sasso Marconi e Casalecchio.
Si arriva poi alla discussione sull'ordine del giorno presentato dalle minoranze, che da premesse condivisibili (sostegno alla famiglia e riconoscimento di diritti individuali in altre forme di convivenza) trae conclusioni non condivisibili (l'impegno a mettere a disposizione un pullmann per partecipare al Family Day del 12 maggio e a convocare il consiglio in una seduta straordinaria monotematica sulle politiche familiari, e l'istituzione di un Premio Provinciale per la Famiglia. Per questo motivo la Margherita decide di votare contro il testo, che viene respinto con 16 voti contrari e 7 favorevoli.
Viene infine proposto come urgente un ordine del giorno, proposto dalla maggioranza, che esprime preoccupazione per le sorti dello stabilimento imolese COGNETEX - FINLANE, storico presidio industriale passato in proprietà della multinazionale Euroshor, che ha messo in cassa integrazione i 140 lavoratori. La minoranza ne presenta al volo uno diverso, scritto a penna sui bloc notes del consiglio, che in sostanza differisce da quello di maggioranza perché riconduce l'attuale situazione negativa alle "commistioni" tra politica e impresa talvolta praticate dalle forze politiche di centrosinistra, e dalle modalità di gestione del "tavolo di crisi" ad opera della maggioranza. Alla fine il testo di maggioranza passa con 15 voti a favore e 7 contrari, e quello di minoranza viene bocciato con voto identico e opposto.
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