marzo 2006
Seduta del 23 marzo
Dedicata ad un incontro di aggiornamento sull'avanzamento del progetto del Nodo di Rastignano.
In apertura l'ing. Biagetti spiega che Italferr ha cambiato la società incaricata della progettazione del Nodo, che oggi è la ditta ENSER, che ha avuto a febbraio l'incarico per fornire entro maggio il progetto aggiornato, che tenga cioè conto delle 88 osservazioni presentate alla Conferenza dei Servizi.
Si tratta talvolta di adeguamenti onerosi: es. l'autorità di bacino ha modificato le portate di piena e i "coefficienti di scabrezza", che comportano una diversa conformazione del ponte che attraversa il Savena a Rastignano. La ditta incaricata sta studiando quindi come modificare il progetto per adeguarsi ai nuovi parametri.
Nel dibattito intervengono Callisto Valmori, Giorgio Petrosino, Stefania Capponi, Pietro Tagliati, e il sig. Bianchi di Pianoro, che quasi in coro chiedono il motivo per cui i tempi continuano a slittare, e se qualcuno si assume le responsabilità di questi slittamenti.
Anche diversi colleghi consiglieri si associano ai rilevi dei cittadini (Emanuela Torchi, Renato Ballotta, Sergio Caserta, Luca Finotti). Nella risposta l'ing. Biagetti ripercorre la lunga (e sfortunata) storia della variante di Rastignano. In conclusione, Biagetti dice che la Conferenza dei Servizi di fatto tornerà appunto a riunirsi a maggio, quando sarà pronto il progetto, speriamo definitivo.
Seduta del 9 marzo
Dedicata alla proposta di delibera relativa ad un accordo territoriale per gli Ambiti Produttivi Sovracomunali dell'associazione intercomunale "Terre di Pianura" (comuni di Baricella, Budrio, Granarolo Emilia, Malalbergo, Minerbio, Molinella).
Si tratta di un passaggio attuativo degli obiettivi del PTCP, che per gli ambiti produttivi esprime 3 obiettivi: - evitare la dispersione degli insediamenti, consolidando quelli esistenti idonei a sostenere espansioni, e collocando i nuovi insediamenti in ubicazioni adeguate sul piano dell'accessibilità e della non interferenza con zone residenziali; - promuovere la creazione di APEA (Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate); - dare attuazione al principio della perequazione territoriale, distribuendo gli oneri tra tutti i comuni, ed evitando la concorrenza tra le aree.
Il dimensionamento dell'accordo: 237 ettari, dei quali 67 residuio dei PRG vigenti, trasferiti nel nuovo PSC, e 170 di nuova pianificazione. Gli indici vanno da un minimo di 0.15 a un massimo di 0.35.
La potenzialità complessiva (170 ettari) viene così attribuita tra i diversi comuni: 50 ettari a Molinella, 60 a Budrio, 40 ad Altedo, 15 a Cà de Fabbri, 5 a Cadriano.
Il fondo di compensazione verrà composto dall'80% degli oneri di urbanizzazione secondari e dell'ICI (non solo delle nuove aree inserite nel PSC, ma anche quelle ereditate dai vecchi PRG e non ancora realizzate). Si tratta di una novità, che attua (finalmente) un indirizzo fondamentale del PTCP.
Nel mio intervento sottolineo come questo accordo è una prova del fatto che il PTCP, quando applicato, è motore di sviluppo e qualità del territorio. Un concetto fortemente ripreso anche dal vicepresidente Venturi.
La delibera viene approvata con 2 astensioni (Forza Italia), 2 "riserve" (AN), e tutti gli altri favorevoli.
Seduta del 2 marzo (pomeriggio)
Dedicata al laboratorio "Superluoghi: i luoghi del tempo libero", con la partecipazione dell'arch. Maurizio Varratta e della prof. Elena Marchigiani, introdotti dall'arch. Giovanni Franceschelli.
Quest'ultimo in apertura presenta il caso del Barberino Outlet, luogo che riproduce un borgo finto, dove anche il torrente Sieve diventa artificiale grazie alle idrovore che lo fanno scrosciare, nei mesi estivi, dalle 10.00 alle 19.00 (l'orario di apertura). Paradossalmente un luogo totalmente artificiale come un outlet appare più idoneo ad attrarre il tempo libero degli utenti di quanto non lo siano le città reali, con i loro problemi di degrado, lo scarso controllo, ecc. Qui non ci sono pericoli, le telecamere vigilano dai lampioni, le sponde del torrente sono recintate e inaccessibili, i pavimenti e le facciate sono riproduzioni, copie, imitazioni della realtà. "Per stare bene dobbiamo rifuggire l'autentico e rifugiarci nella finzione?", è la domanda chiave.
La prof. Marchigiani ci presenta il caso di Lione, dove una lunga e continuativa azione di recupero e riqualificazione urbana ha permesso di "reinventare l'esistente", ricavando luoghi del tempo libero all'interno della città consolidata. L'area metropolitana di Lione conta 2 milioni di abitanti in 55 comuni, con al centro una città da 1.200.000 abitanti. La prima scelta è stata quella di cercare gli elementi identificativi del luogo, tra cui sono stati individuati gli spazi aperti, le aree agricole periurbane. Si è quindi scelto di rimodellare la città lavorando sulla qualità di questi spazi aperti.
Tra le linee guida della riqualificazione, il fatto di riutilizzare gli spazi esistenti piuttosto che crearne di nuovi, di reinventare i contenitori già costruiti, di adottare una gamma ristretta di materiali (possibilmente locali) per l'arredo urbano, di dare continuità agli spazi pubblici, e di coinvolgere i paesaggisti nel disegno urbano (con uso di piante, acqua, quinte verdi per costruire il paesaggio urbano). Si è scelto anche di demolire alcuni grandi contenitori (come stecche di palazzi lunghissimi, parallelepipedi di cemento senza fine...) e di cercare una coerenza e una armonia tra disegno urbano (forma delle strade, delle piazze, degli isolati) e interventi architettonici (forma degli edifici).
Si è trattato di un incontro molto interessante, che ha dimostrato come sia possibile ricavare luoghi gradevoli e a misura di persona anche all'interno di un tessuto urbano esistente (senza fuggire nella finzione).
Seduta del 2 marzo (mattina)
Dedicata alla presentazione del progetto di integrazione tra ATC e ATCF (azienda trasporti omologa ad ATC, di Ferrara).
Il vicepresidente Venturi introduce ricordando il quadro generale e le evoluzioni in atto per il Trasporto Pubblico, interessato da una forte spinta alla liberalizzazione dal punto di vista gestionale.
Il presidente di ATC Francesco Sutti spiega che la scelta di guardare a Ferrara nasce da uno studio (iniziato 1 anno e mezzo fa) su quali fossero i bacini di utenza più facilmente integrabili con quello di Bologna, perchè vicini, con caratteristiche simili di flusso e con forti relazioni di scambio.
Sutti chiarisce che non si è mai pensato a fare società consortili, perché si traducono in un aumento di costi, ma ci si è da subito orientati ad un soggetto unico, per favorire le economie di scala.
Lo studio condotto ha evidenziato che, a parità di tariffe e di investimenti, la scelta di mettere insieme le aziende permetteva di recuperare diversi milioni di euro nella gestione ordinaria.
Come rapporti tra le società, il fatturato 2005 è stato di 135 mln per ATC (che ha 1.000 mezzi e 50 mln di patrimonio) e di 25 mln per ATFC (che ha 300 mezzi e 6 mln di patrimonio). Importante differenza tra le due aziende: quella di Bologna ha un contratto di servizio "net cost", dove l'incasso dei biglietti avviene ad opera dell'azienda, mentre a Ferrara il contratto è "gross cost", ovvero dove l'incasso è effettuato dall'Agenzia regionale, che poi paga l'azienda.
Sutti afferma che il meccanismo attuale di erogazione di fondi regionali alle aziende di trasporto pubblico è basato sui km percorsi, e rischia di premiare autobus che girano a vuoto. Propone invece di bilanciare tale meccanismo con il parametro dei passeggeri trasportati (indice tra l'altro anche di "gradimento").
Tra gli interventi dei consiglieri, quello di Sabbioni (FI) paventa il rischio di un allontanamento dai cittadini dovuto alla crescita dimensionale delle aziende, non più "locali" (e cita il caso Hera). Ballotta (DS) rammenta il bisogno di una maggiore integrazione tra gestione di linee di bus e gestione dei servizi ferroviari, espresso anche dagli ordini del giorno approvati in Consiglio durante questo mandato.
Nel mio intervento ricordo come l'esperienza della FER, società regionale ma fortemente "radicata" a Ferrara, è negativa per l'utenza bolognese (pensiamo alla linea ferroviaria Bologna - Portomaggiore), e come sia importante che le strategie di ATC tengano conto dell'obiettivo di una regia unitaria che armonizzi e integri tutto il trasporto pubblico, su gomma e su ferro.
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