Andrea De Pasquale

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novembre 2008

Seduta del 25 novembre


Il Consiglio odierno cade nella Giornata Internazionale contro la violenza alle donne. Per questo è previsto, ad inizio seduta, un intervento del dott. Michele Poli, sulle cause della violenza alle donne.

Purtroppo l'intervento ricalca luoghi comuni e banalità logore, che tuttavia hanno il pregio di spiegarmi perché una battaglia di civiltà come quella contro la violenza alle donne, anziché essere universalmente condivisa e convintamente sostenuta da tutte le forze politiche e le espressioni culturali, procede invece a corrente alternata, facendo timidi passi avanti tra scetticismi, distinzioni e forzature. Che si ritrovano perfettamente nelle tesi del dott. Poli, di cui riporto due idee guida:

- il problema della violenza alle donne ha radice nella tradizione patriarcale, dove è l'uomo che comanda (e fa l'esempio di suo nonno): questo sfondo culturale scatena la violenza ogni volta che la donna rivendica la sua legittima parità.

- la violenza verso la donna trae causa da una cultura diffusa contro la sessualità femminile: e fa l'esempio della ragazza che si è suicidata dopo la pubblicazione su internet di foto intime da parte dell'ex fidanzato. Tra le cause di quel suicidio - spiega Poli - non c'è solo l'atto del ragazzo, ma c'è la cultura dominante che condanna la sessualità femminile e che è complice di quella morte. Per questo dobbiamo sentirci tutti responsabili della violenza sulle donne, nessuno di noi può chiamarsi fuori.

Breve morale che personalmente traggo e rilancio: questo modo di porre il problema della violenza contro le donne, che assolve la singola persona che materialmente si rende responsabile di atti violenti (il ragazzo che pubblica foto della sua ex, il nonno violento), ma in cambio colpevolizza in blocco una cultura, una tradizione, addirittura un genere (l'essere maschio in quanto tale), danneggia la causa delle donne e disperde l'azione contro la violenza in un esercizio ideologico, che deforma la realtà e preferisce rifugiarsi in una mitologia rassicurante piuttosto che confrontarsi con i fatti.

Mio nonno era un uomo tradizionalissimo, ma la sua cultura patriarcale gli impediva non solo di maltrattare, ma anche di alzare la voce contro sua moglie, che rispettava come una divinità domestica: lo ricordo bene, avendo vissuto insieme a loro diversi anni della mia infanzia, e diverse settimane ogni estate, per oltre 30 anni. E chiedo a Poli se non creda che le giovani donne ferite, talvolta fino all'irreparabile, da maschi che pubblicano foto rubate alla loro intimità, debbano imputare di tale ferita una generica cultura sessuofobica, oppure una più evidente e specifica cultura del consumismo sessuale, che dalla pubblicità alla produzione filmica strizza l'occhio ai peggiori istinti maschili, presentando il corpo femminile come oggetto di consumo, non importa se consapevole, non rileva se consensuale. Anzi, il messaggio che passa è che togliendo di mezzo consapevolezza e consenso (con un po' di alcool o una pasticca per creare l'ambiente, e qualche strattone per sfondare le ultime resistenze), c'è più divertimento, c'è più gusto; tanto quel che importa è la "mia" soddisfazione, qui ed ora: i cocci poi li raccoglierà qualcun altro.

Caro Poli e care amiche ed amici impegnati per i diritti femminili, se vogliamo davvero porre un freno alla violenza contro le donne, apriamo gli occhi e puntiamo l'indice nella direzione giusta. Senza un'autocritica sui riflessi diseducativi di molti messaggi che lasciamo passare o addirittura contribuiamo a produrre, la lotta alla violenza resterà un ritornello sterile.

A seguire l'intervento di Poli, un breve dibattito e l'approvazione all'unanimità di un ordine del giorno che, dopo aver elencato in una lista le 87 donne uccise in Italia dall'inizio dell'anno, in gran parte per mano di uomini con cui avevano relazioni, esprime il sostegno a tutte le iniziative volte ad eliminare la violenza contro le donne.

Passando poi alle domande dei consiglieri, segnalo la risposta del vicepresidente Venturi ad una domanda di attualità del consigliere Mainardi (AN) sui disagi patiti dagli utenti della linea ferroviaria Bologna-Portomaggiore. Venturi informa che la sera in questione, secondo quanto riferito dalla FER, una delle 3 carrozze che doveva uscire dall'officina per compiere il servizio è risultata inutilizzabile, con la conseguenza che la corsa è stata realizzata con sole due carrozze, largamente insufficienti. Venturi ricorda inoltre che la Provincia non cessa di sollecitare FER affinché metta in servizio il più rapidamente possibile le nuove vetture elettriche.

Passando alle delibere: la prima riguarda l'approvazione dello Statuto del parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone. La discussione è anticipata dalla comparsa di uno striscione, nella parte dell'aula riservata al pubblico, che dice "i parchi fateli a casa vostra", e che viene preso dal collega Leporati (FI) come linea politica per un lungo ed enfatico intervento, naturalmente critico verso il nuovo statuto, nel quale accusa la Provincia di aumentare le difficoltà burocratiche per gli abitanti delle aree del parco, e coglie l'occasione per lanciarsi con grande foga in una filippica contro la cultura di sinistra, avversa all'uomo e alle cose belle della vita. Segue dibattito biblico, nei toni e nella durata, sulla vera natura dei parchi: espressione di violenza alle popolazioni locali (interventi di Facci, Sabbioni, Finotti) o benemerita tutela dei nostri tesori naturalistici e paesaggistici, con positivi effetti anche economici, visto l'indotto turistico (interventi di Ballotta, Naldi, Venturi). Alla fine l'atto viene approvato con 22 voti a favore e 7 contrari.

Viene quindi posta in votazione la delibera di assestamento del bilancio 2008, che viene approvata con 20 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti.

L'ultima delibera riguarda il bilancio di previsione 2009 dell'istituzione “Gian Franco Minguzzi”, e viene approvata con 20 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astenuti.
Per saperne di più: Verbale Consiglio 25-11-2008.pdf

Seduta del 18 novembre


Apertura dedicata doverosamente alla commemorazione dei due lavoratori morti a Sasso Marconi, Fabio Costanzi, direttore aziendale, 60 anni, Ramjas Yadav, operario indiano di 44 anni, a causa dell'esplosione verificatasi ieri alla Marconi Gomma durante la sperimentazione di una nuova mescola.

Dopo il discorso di condoglianza del presidente dell'assemblea Cevenini, intervengono tutti i gruppi, con affermazioni talvolta anche poco condivisibili, come quelle dei colleghi Venturi (PDCI), Guidotti (AN), Spina (RC) e Zanotti (SD) che tendono a ricondurre l'incidente di ieri ad un clima generale di disattenzione e tagli rispetto alla sicurezza, e di sfruttamento del lavoro nero.

Giudico sbagliata questa tendenza a fare di tutte l'erbe un fascio, perché appiattisce situazioni tra loro molto diverse, nelle quali ci stanno davvero condizioni di sfruttamento, lavoro nero e violazione continuativa delle norme sulla sicurezza (come pare essere avvenuto alla Thyssen di Torino), ma ci stanno anche episodi accidentali come quello di Sasso Marconi, che colpiscono aziende che - a quanto risulta - hanno messo invece un forte impegno per adeguarsi alle normative e tutelare i propri lavoratori, che tuttavia non sono esenti da rischi ed errori legati al tipo di attività.

Alla Marconi Gomma non risultano lavoratori in nero, né negligenze in materia di sicurezza. Confondere e livellare situazioni tra loro molto diverse, nelle quali l'imprenditore fa scelte opposte, va nella direzione esattamente contraria all'aumento della sicurezza sul lavoro, che significa favorire i comportamenti virtuosi e isolare quelli trascurati e sciatti. Infatti se comunque, all'accadere di un incidente, si viene assimilati a sfruttatori senza scrupoli, tanto vale comportarsi realmente da tali. La superficialità del personale politico in proposito risulta non solo inutile, ma addirittura dannosa rispetto allo scopo dichiarato. Mi accorgo che purtroppo la scarsità di esperienze e conoscenze in materia di impresa da parte del personale politico rende spesso parziali e inadeguate molte prese di posizione politiche in materia.

Di seguito, il consigliere Guidotti fa una dichiarazione di apertura di ferma condanna dell'episodio di violenza che ha visto giovani naziskin malmenare un giovane di sinistra, fratturandogli la mandibola, il naso e lo zigomo per il solo fatto di essersi avvicinato e di portare capelli lunghi e bongo. Apprezzo del discorso di Guidotti il fatto che comprende nella riprovazione anche i tanti distinguo con i quali alcuni hanno cercato di nascondere la gravità del fatto.

Anche oggi un folto gruppo di precari, accompagnati anche da dipendenti dell'amministrazione provinciale, manifesta il proprio disagio e l'accusa alla nostra amministrazione di far pagare ai lavoratori più deboli gli errori di gestione finanziaria.

Si passa poi alle delibere: quella relativa al bilancio di Villa Smeraldi (Museo della Civiltà contadina di Bentivoglio) viene approvata con 19 voti a favore, 2 contrari e 3 astenuti. Quella relativa all'emissione di un prestito obbligazionario per un importo nominale di Euro 1.135.000, da destinare al finanziamento degli investimenti 2008 (da utilizzare per manutenzioni straordinarie di scuole e strade) viene approvata con 20 voti a favore e 7 contrari.
Per saperne di più: Verbale Consiglio 18-11-2008.pdf

Seduta dell'11 novembre


In apertura segnalo la domanda del consigliere Mainardi (AN) sui disagi degli utenti sulla Bologna Portomaggiore. Il collega segnala che ieri sera il treno in partenza da Bologna dopo la fine dello sciopero dei trasporti, avendo solo due carrozze, è partito tanto stipato dalla stazione di Bologna tanto che già a Castenaso i viaggiatori non sono riusciti a salire. Alcuni addirittura hanno viaggiato sui predellini appoggiati alle porte, che in passato si sono anche aperte durante la corsa (vista l'anzianità di servizio delle carrozze), con evidenti problemi di sicurezza.

Mainardi chiede anche cosa sia successo delle famose vetture elettriche che erano state annunciate per l'autunno (carrozze Vivalto a due piani), che pare siano state dirottate su altre linee di FER lontane da Bologna, e che ne sia dell'inaugurazione dei treni elettrici, da tanto annunciati, ma la cui prima corsa pare sia avvenuta in sordina, mentre i treni ordinari continuano ad essere i vecchi diesel.

Il vicepresidente Giacomo Venturi risponderà nelle prossime sedute.

Segnalo anche la domanda del consigliere Giovanni Venturi, che chiede all'assessore al lavoro Rebaudengo notizie sulla situazione al gruppo La Perla, dove - riferisce l'assessore - i numeri sono molto preoccupanti, anche se il fondo americano che ha acquisito l'azienda non è a vocazione speculativa (è di proprietà di diverse università americane) e ha anche
mandato un suo responsabile a Bologna per gestire direttamente la vicenda.

Oggi siamo di fronte - prosegue l'assessore - ad un piano industriale che la proprietà si è resa disponibile a discutere, ma con una previsione di esuberi di addirittura 365 lavoratori. Si tratta di vedere se siano accessibili gli strumenti di Cassa Integrazione Guadagni, alla quale però la vecchia proprietà aveva già fatto ricorso esaurendo i limite quinquennale utilizzabile per ogni singola azienda.

Il consiglio procede con l'esame degli ordini del giorno: ne vengono messi in votazione due, presentati nella scorsa seduta (uno dalla maggioranza e uno
dalla minoranza) relativi allo stesso argomento, ovvero l'educazione alla lotta contro la mafia e in particolare l'adesione alla giornata proposta dall'Associazione Libera che ogni anno il 21 marzo ricorda coloro che hanno dato la vita per contrastare le mafie.

Il testo della minoranza, che cita il decreto 137 (cosiddetto Gelmini) come fonte positiva di una azione di sensibilizzazione degli alunni su "cittadinanza e Costituzione", viene bocciato dall'aula con 7 voti a favore e 22 contrari, mentre il testo della maggioranza, che riprende diversi passaggi dell'altro ma evita ovviamente elogi all'attuale governo, viene approvato con numeri invertiti (21 a favore e 6 contrari, per la precisione).

Viene poi presentato un ordine del giorno di condanna dei volantini apparsi in zona universitaria nei giorni scorsi che inneggiavano alla morte dei militari a bordo dell'elicottero precipitato in Francia una decina di giorni fa, proposto dalla minoranza ma sottoscritto anche dal capogruppo del PD Zaniboni. Gli alleati di sinistra chiedono la sospensione del consiglio per riunire i capigruppo allo scopo di cercare un testo condivisibile anche da loro (chiedono in sostanza di evitare l'espressione "baluardo di libertà" riferito alle Forze Armate). La mediazione però non riesce ed i colleghi di sinistra decidono di chiedere la votazione per parti separate, approvando la parte di solidarietà alle vittime ma astenendosi per la parte che elogia il ruolo delle Forze Armate. I due colleghi di Rifondazione si astengono anche sulla prima parte. Il documento viene quindi approvato con 23 voti a favore e 6 astensioni (che sono solo 2 nel voto separato per la prima parte del documento).

Dopo questa lunga discussione siamo alle 18.40 e il Consiglio si chiude.
Per saperne di più: Verbale Consiglio 11-11-2008.pdf

Seduta del 4 novembre


In apertura diverse dichiarazioni (Rubini, AN; Zaniboni, PD; Grandi, PRC) ricordano il 90° anniversario della fine della Grande Guerra, ciascuno con sfumature e sottolineature molto diverse.

Continua intanto la protesta dei lavoratori precari che non hanno avuto il rinnovo del contratto (o che sono in scadenza entro fine anno). Seduti nei banchi del pubblico, a un certo punto espongono un manifesto con la lista dei nomi dei colleghi già "scaduti", e il consiglio viene sospeso.

Inizia poi il dibattito (piuttosto scontato e a tratti addirittura stucchevole) sulle linee di indirizzo del bilancio 2009, che dura un paio d'ore. Al termine delle quali vengono votati due ordini del giorno di indirizzo: quello di maggioranza, approvato con 21 voti a favore e 9 contrari (tra i quali i due consiglieri di Rifondazione Comunista), punta il dito sulla rigidità delle disposizioni del decreto legislativo 112 convertito in legge 133, indicato come causa principale delle difficoltà finanziarie della Provincia, e sottolinea i risultati raggiunti dalla nostra amministrazione nonostante il quadro economico avverso (120 aule scolastiche realizzate sulle 147 programmate, 90 precari stabilizzati su 150).

Il testo della minoranza, che invece evidenziava le "scelte errate" dell'amministrazione provinciale, tra cui il debito accumulato, il ricorso al credito per finanziare gli investimenti, la fallimentare gestione del patrimonio ecc., viene invece respinto con 7 voti a favore e 23 contrari (tra cui ancora i due colleghi di Rifondazione).

Viene quindi approvata con 23 voti a favore e 7 contrari l'unica delibera, riguardante il sostegno agli investimenti forestali non produttivi".

In chiusura viene approvato all'unanimità un ordine del giorno di solidarietà allo scrittore Roberto Saviano, frutto di un lungo lavoro di avvicinamento e integrazione (ad opera principalmente della consigliera Torchi, PD) fra due testi originariamente piuttosto distanti, uno proposto dalla consigliera Rubini (AN), l'altro dal consigliere Lenzi (IdV). Il testo approvato va oltre la semplice espressione di stima e vicinanza all'autore di "Gomorra", al quale vengono associati gli operatori delle forze dell'ordine e i cittadini che quotidianamente si oppongono con i loro comportamenti alla criminalità organizzata, ed impegna il Consiglio a contrastare ogni tipo di infiltrazione di tale criminalità nel territorio provinciale, invitando la giunta a vigilare sugli appalti per opere di propria competenza, per didurre il rischio di infiltrazione nelle catene dei subappalti.
Per saperne di più: Verbale Consiglio 04-11-2008.pdf
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