ottobre 2004
Seduta del 29 ottobre
3 ordini del giorno: - Programma di mandato dell'assessore all'ambiente Emanuele Burgin; - certificazione ambientale EMAS; - audizione di ATC sul servizio ai disabili motori.
Il primo obiettivo presentato dall'Assessore riguarda la politica dell'acqua, oggetto di eccessivo prelievo dalla falda di pianura (11 milioni di metri cubi all'anno!), con effetti devastanti sulla subsidenza (che in alcuni punti della pianura è di alcuni centimetri all'anno). Per questo non è più rinviabile la scelta di captare le acque dei fiumi a monte, con adeguate scelte infrastrutturali (dighe).
Per quanto riguarda l'aria, se dal 2005 le competenze di controllo sulla qualità dell'aria passeranno dalla Regione alle Provincie, aumenta anche l'onere dei controlli sull'ambiente: ogni anno si spende di più, solo la bonifica dell'area di S. Giovanni costerà 2,8 milioni di Euro. In generale, l'assessore esprime la convinzione che scelte virtuose come la raccolta di acqua piovana, l'installazione di pannelli solari, la micro-cogenerazione si ripagano in fretta se sono fatte all'inizio, a livello di progetto. Sono invece costi insostenibili se vengono applicati successivamente.
La provincia di Bologna sarà la prima in Italia a fregiarsi della certificazione EMAS, che significa capacità di tenere sotto controllo gli effetti ambientali delle proprie scelte politiche, e misurarsi sugli obiettivi che ci si è dati. La certificazione va vista non come fardello burocratico, ma come modo di lavorare di tutti gli attori di una organizzazione, con un impatto sostanziale sulla motivazione delle persone, sulla misurabilità dei risultati rispetto agli obiettivi, e infine sulla qualità finale. In pratica la certificazione si sostanzia in una "dichiarazione ambientale", un documento che presenta i dati sulle prestazioni ambientali, sia del territorio, sia della provincia come struttura amministrativa.
La variabile ambientale diventa in questo modo una sensibilità trasversale rispetto a tutti i settori (acquisti, manutenzione, ecc.), non l'impegno specialistico del settore ambiente.
Ampio e ricco il dibattito che è seguito a questa presentazione, nel quale emerge la richiesta di una commissione specifica sui costi di edificazione, e sul presunto o reale rincaro delle case a causa delle prescrizioni di bioedilizia, giudicate dallo stesso assessore un pretesto.
In coda ad una commissione piuttosto lunga (dalle 9.00 alle 13.30!), ha trovato spazio l'audizione dell'ing. Bottazzi, rappresentante di ATC chiamato a rispondere alla Commissione delle politiche aziendali a favore dei disabili motori, che ha illustrato il grande sforzo in atto da parte dell'azienda per passare dai 93 mezzi dotati di pedana mobile disponibili a fine 2003, ai 169 mezzi a fine 2004. Resta il problema dovuto al fatto che questi mezzi sono a metano, e non possono essere attualmente impiegati in tutte le linee, stante il vincolo del rifornimento di carburante.
Seduta del 25 ottobre
Congiunta con il comitato consultivo della giunta sulle variante parziali ai piani regolatori. La variante di oggi riguarda il comune di Monterenzio, coinvolto in un contenzioso (richiesta di danni) aperto dai proprietari di un comparto sul quale era stato prevista una capacità edificatoria esorbitante, dello 0,70 (corrispondenti a 20.000 mq), drasticamente ridotta con una variante del 1999.
Di fatto, la variante odierna sposta la capacità edificatoria "sacrificata" nel '99 in un nuovo comparto, denominato Casetto, che misura 95.000 mq e sul quale viene previsto un carico urbanistico dello 0,10, per una potenzialità edificatoria complessiva di circa 10.000 mq di superficie utile.
Emerge però con evidenza una difficoltà rispetto al PTCP, che non prevede alcuna espansione per la valle dell'Idice, sulla quale non esistono linee ferroviarie, nè previsioni di potenziamento della strada provinciale, mentre sussistono noti problemi di traffico alla confluenza tra la valle stessa e la via Emilia. Mancano inoltre certezze sulla capacità della rete fognaria e del depuratore di sostenere il nuovo carico insediativo. Non si hanno elementi nemmeno per il clima acustico. Interessante l'obiezione del consigliere Finelli (DS), che domanda se esista un effettivo danno per la proprietà, visto che se la previsione dello 0,70 non era materialmente fattibile dal punto di vista urbanistico (come possibilità di realizzare standard adeguati, e come carico complessivo): la minaccia della proprietà di chiedere i danni al comune potrebbe quindi essere un'arma spuntata. Domando quanti siano i proprietari coinvolti in una variante che mette in gioco ben 3 aree, ottenendo in risposta che la proprietà è unica: viene facile quindi pensare che la minaccia giudiziaria miri a scippare al comune il governo del territorio. Sottolineo la preoccupazione per l'incoerenza di questa espansione rispetto al quadro delineato dal PTCP: 10.000 mq di Supericie Utile sono 200 unità abitative, che significano 400 nuove auto su e giù per la valle dell'Idice, mentre il PTCP prevede per questo comune una espansione pari a zero. L'argomento secondo il quale questa variante è l'eredità addirittura di una convenzione del '91 risulta debole, visto che la situazione urbanistica e trasportistica era totalmente diversa 13 anni fa. La variante in oggetto impatta sulla situazione odierna, assai peggiorata per la mobilità. Inoltre la variante introduce una ulteriore dispersione insediativa: ponendosi a circa un km dal centro di Monterenzio, quei 200 nuovi abitanti useranno la macchina non solo per andare a Bologna, ma anche in centro del paese.
Condivisibile l'intervento del consigliere Vigarani, che denuncia come la valle dell'Idice rischi di diventare un corridoio edificato intorno alla strada.
Qualche giorno più tardi la Giunta Provinciale, sensibile alle osservazioni emerse in questa seduta, boccerà la variante richiesta.
Seduta del 21 ottobre
Congiunta con la III Commissione e dedicata all'audizione dei rappresentanti del mondo produttivo, industriale, artigiano e agricolo provinciale rispetto al Passante Nord. L'assessore Venturi apre sottolineando il bisogno di condivisione sociale ed istituzionale sulle grandi scelte di indirizzo del nostro territorio, scelte chiaramente delineate nel PTCP. Afferma che il Comitato sta lavorando per valutare, oltre alla soluzione "passante nord", anche quella portata a conoscenza dei cittadini dai comitati e da alcune associazioni ambientaliste. Preziosi (Collegio Costruttori). Nota un passo indietro rispetto al PTCP, che si evince dall'oggetto di questa commissione, che parla di "nodo tangenziale - autostradale": l'analisi della crisi è già stata fatta. E la crisi peggiorerà per l'apertura della IV Corsia da Modena e la futura variante di valico. Si possono quindi confrontare soluzioni, ma per concludere, non per tornare all'analisi. E' importante presentare un progetto all'ANAS e al CIPE entro quest'anno, per essere approvato entro la primavera. Bologna ha perso attrattività per insediamenti direzionali e produttivi. Il costo di trasporto incide sulla competitività. Baldi (Assindustria). Gli elementi di crisi sono noti, le esigenze di attrattavitià e competività devono ovviamente contemperarsi con quelle di sostenibilità e rispetto dell'ambiente. E' il tempo delle decisioni, non perdiamo questa occasione. Il passante non è l'unica soluzione, deve andare avanti insieme alle altre scelte strategiche, ovvero il rafforzamento del trasporto ferroviario, l'alta velocità, ecc. Ci è sembrato che la soluzione passante sia la preferibile rispetto alle altre, perché intecetta tendenze a ricollocare insediamenti produttivi e abitativi nella pianura. Massari (Confcooperative). Da anni la nostra associazione segnala l'insufficienza della rete dei trasporti. Che diventa freno allo sviluppo. L'inadeguatezza infrastrutturale diventa un handicap competitivo. Accessibilità alla Fiera, collegamenti con l'aeroporto, trasporto pubblico (che sarebbe più efficiente se liberalizzato): tutti temi collegati. La soluzione deve rispondere a 3 requisiti: 1. essere fattibile dal punto di vista economico 2. deve essere realizzabile in tempi brevi 3. di basso impatto ambientale Riteniamo che il progetto di passante non risponda a queste caratteristiche, perché i 40 chilometri sono un investimento sproporzionato, tempi troppo lunghi. Preferiamo l'allargamento in sede. Pancaldi (Coldiretti): condivido quanto detto dall'intervento precedente. La frantumazione di maglie poderali sarebbe un danno. La Coldiretti è preoccupatissima. Una brutta soluzione non è meglio che non fare nulla. Non credo che per fare attraversare ad altri il nostro territorio ci convenga massacrarlo. Se è importante l'attenzione all'ambiente, al territorio, all'equilibrio, conviene riflettere bene sulla possibilità di allargare tracciato. Merli (CNA). Alcuni anni fa in questo luogo si sancì un accordo territoriale non solo tra istituzione, ma anche tra categorie produttive, per risolvere il nodo tangenziale autostradale con una responsabilità non solo locale, ma anche nazionale. Qualunque disegno che preveda un aumento del traffico nell'abitato di Bologna sarebbe drammatico, per i valori attuali dell'inquinamento, che peggiorerebbero. Oggi un camion superiore ai 35 quintali non potrebbe circolare a Bologna, perché il parco mezzi di questa taglia ha in media 14 anni, mentre gli unici che potrebbero circolare sono quelli di 2 anni. Le difficoltà del tessuto economico bolognese si respirano, si sentono a pelle. Inoltre il consumo di territorio è già in atto, si spostano fuori città insediamenti produttivi da decine di migliaia di metri quadrati. I cittadini hanno bisogno di informazioni sulla mobilità in tempo reale. Le scelte urbanistiche, di insediamento, vanno valutate anche alla luce dei flussi che si generano. Ungarelli (CISL). Problema del tempo: parto dall'approvvigionamento idrico, con la diga di Castrola di cui si parla da esattamente 70 anni. Il traffico non è da meno. Come organizzazioni sindacali abbiamo iniziato in maniera unitaria un percorso che vede nell'accessibilità e quindi nell'attrattività del nostro territorio una premessa indispensabile per lo sviluppo. Ci sono insufficienze intorno al tema del passante nord. Non si affronta con la sufficiente determinazione il tema dell'intermodalità, ovvero dello spostamento del trasporto merci da gomma a ferro. Altra insufficienza, è scomparsa la proposta della bretella che poteva collegare il passante al brennero. Cavazza Isolani (Unione Agricoltori). Non ci fa piacere, ma capiamo la necessità di fare qualcosa. L'importante è preoccuparsi di minimizzare i danni fatti all'agricoltura, anche in fase di definizione del percorso, e di pensare ad indennizzi effettivi, non simbolici, per coloro che saranno chiamati a fare sacrifici. Assessore Montera. La volontà di andare incontro alle esigenze degli agricoltori è forte, ed abbiamo già iniziato, con l'assessore Venturi, a pensare a quali risorse mettere in campo per ottenere questo scopo. Ferri (CIA). Le aziende agricole sono molto coinvolte dal questo progetto: non possono essere considerate solo quando si parla di tipicità, ma anche per il valore di questa presenza per il territorio. Sappiamo però che il problema traffico esiste, e la soluzione passante nord ci sembra anche convincente. Però vogliamo che siano tenute in considerazione le esigenze degli agricoltori.
Seduta del 15 ottobre
La riunione avrebbe avuto ad oggetto l'audizione di un rappresentante del Comitato Tecnico Scientifico che sta raffrontando la soluzione "Passante Nord" e la proposta alternativa presentata dai Comitati. Ma 3 giorni prima sono stato informato che il Comitato (composto in realtà da professionisti operanti in vari enti e ambiti) non riusciva ad inviare nessuno per quella mattina, avendo il presidente Cavalcoli e pure l'architetto Campos Venuti, che era stato scelto in sostituzione del primo, impegni inderogabili fuori città.
Ho allora approfittato del "vuoto" per offrire ai consiglieri la possibilità di aprire un confronto e un dibattito politico, finora impedito dalla formula delle udienze conoscitive, che prevede domande agli "ospiti", e non considerazioni politiche dei consiglieri (formula che con fatica e con frequenti screzi con vari consiglieri, di maggioranza e di opposizione, ho fatto rispettare).
Con mio grande stupore, nessuno ha approfittato dell'occasione, tanto che dopo 5 minuti di silenzio (rotto solo dalle ovvie e ormai scontate critiche di metodo sulla mia conduzione della commissione...) ho sospeso la Commissione in attesa dell'arrivo dell'assessore Prantoni, che avrebbe illustrato una delibera relativa alla nuova strada "complanare" tra Imola e Osteria Grande. Anche coloro che, dai banchi dell'opposizione, per un mese si sono lamentati dell'assenza, nella IV Commissione, di spazi di dibattito, hanno evidentemente preferito non addentrarsi nel merito della questione, limitandosi a ripetere considerazioni di tipo procedurale, sulla (contestata) legittimità del Comitato, sui tempi di lavoro troppo compressi, e così via.
Seduta del 13 ottobre
In congiunta con la I commissione, è stata dedicata all'udienza conoscitiva di un rappresentante di Hera rispetto alla politica industriale dell'azienda. Non ero presente per motivi di lavoro.
Seduta dell'11 ottobre
Incontro dedicato alla riunione congiunta con il Comitato Consultivo della giunta sulle varianti urbanistiche proposte dai Comuni.
La variante esaminata oggi riguarda un'area attualmente agricola in comune di Zona Predosa, al confine con Anzola. La destinazione proposta è residenziale, con verde privato e circa 1.000 mq di verde pubblico. Si tratta di una zona interclusa di 4.000 mq di SF, per una potenzialità edificatoria di 2.000 mq SU, di fatto già circondata su 3 lati da edificazioni.
La variante appare coerente con gli strumenti di pianificazione sovra-ordinati. Rispetto al piano paesistico, l'area da edificare cade fuori dalla fascia protetta intorno al fiume. Rispetto al piano di tutela fluviale inserito nel PTCP, vi potrebbe essere una difficoltà, superabile grazie al fatto che l'intervento migliora la valorizzazione e la fruibilità del fiume, visto che il vede pubblico e privato viene realizzato in fregio al fiume, con cessione di un lembo di terra su cui viene realizzato il percorso ciclo pedonale. L'edilizia residenziale sarà al 100% convenzionata. Obiettivo della diminuzione del 25% rispetto al prezzo di mercato (oscillante in quella zona tra i 2.500 e i 3.000 Euro al metro quadro).
In conclusione, la variante riguarda una porzione minima di territorio, e appare giustificabile visto il contesto circostante (già edificato) e gli standard offerti in cambio al comune.
Seduta dell'8 ottobre
La seduta prevedeva una udienza conoscitiva del Settore Ambiente della Provincia di Bologna sulle relazioni tra le soluzioni prospettate al nodo tangenziale-autostradale di Bologna e le politiche ambientali della Provincia. Dopo un inizio un po' faticoso, dovuto al silenzio iniziale del dirigente Gabriele Bollini, che non avendo preparato un intervento ha preferito rispondere da subito a delle domande, la seduta ha toccato diversi punti interessanti, tra cui:
- Il settore ambiente non è stato coinvolto nello studio di fattibilità relativo al Passante Nord, nè ha avuto occasione di esaminare la proposta alternativa presentata dai Comitati contrari al Passante, insieme a WWF e Legambiente.
- La "ambientalizzazione" di una strada non è una fiaba, è una pratica di progettazione che tende a considerare la strada non un semplice nastro di asfalto, ma una fascia che comprende il territorio intorno e che punta a ricucirlo, ad attenuare l'impatto sull'ambiente e a ricostruire un equilibrio sul territorio. La fascia boscata intorno al Passante risulta efficace dal punto di vista del rumore e di alcuni inquinanti "pesanti", che ricadono a terra vicino, ma non lo è per le sostanze più volatili.
- Anche la situazione di congestione attuale del sistema tangenziale e autostrada merita considerazioni preoccupate riguardo l'impatto ambientale, e l'aggiunta di due corsie per senso di marcia sulla sede attuale peggiorerebbe certamente lo stato di fatto.
Seduta dell'1 ottobre
La seduta è stata dedicata (in forma di udienza conoscitiva) ai comitati e alle associazioni critiche rispetto alla proposta di Passante Autostradale Nord. Si è trattato di una seduta movimentata, con qualche strascico anche sui giornali. Erano presenti Legambiente, WWF e una folta rappresentanza dei Comitati Spontanei contro il Passante Nord. In sostanza, e' stata presentata l'ipotesi alternativa al Passante Nord elaborata dai comitati, che prevede l'allargamento di Autostrada e Tangenziale in sede, sfruttando lo spazio oggi occupato dalle scarpate, o dei terrapieni (nei pezzi in rilevato) o delle sponde digradanti (nei pezzi in trincea). Si tratta di un progetto per certi versi affascinante (soprattutto laddove immagina una grande mitigazione dell'asse Tangenziale Autostrada nei punti più vicini alle abitazioni), e peraltro anche alcune preoccupazioni espresse riguardo alla soluzione Passante Nord vanno secondo me accolte e considerate (laddove si dice che l'opera rischia di aprire la strada a speculazioni edilizie su tutto il territorio agricolo circostante). La risposta a tali preoccupazioni però non deve essere quella di non fare nulla, ma quella di governare politicamente lo sviluppo del territorio affiché questo non avvenga, ma avvenga anzi il contrario, in linea con lo studio di fattibilità, che infatti prevede di realizzare una mitigazione ambientale lungo tutto il percorso del passante. Venendo alla proposta dei Comitati, a parte alcuni dubbi tecnici, come sul fatto che sia possibile intervenire in tal modo sull'asse Tangenziale Autostrada senza fermare il traffico (cosa invece sostenuta dai promotori di quella soluzione), o come sul fatto che non esista un problema di raggio di curvatura delle rampe di uscita ed entrata, resta la questione urbanistica e di sviluppo del territorio. Ovvero, finché si continua a concentrare a Bologna tutto (le vie di comunicazione, quindi il traffico, quindi le attività, quindi le funzioni attrattive...), non avremo mai le condizione per invertire la rotta, espellere verso l'esterno alcune funzioni (ad esempio le fabbriche, con il relativo traffico di camion che oggi intasa le nostre strade ordinarie), abbasseare la rendita fondiaria e richiamare in citta' persone, famiglie, abitanti. Questa almeno e' la strategia entro la quale mi sembra di dover collocare la scelta se il passante Nord sia o meno la soluzione giusta.
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