Andrea De Pasquale

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settembre 2004

Consiglio del 28 settembre


Interessante la risposta dell'assessore Prantoni ad una domanda diretta di un consigliere rispetto al prolungamento della complanare (la strada parallela all'autostrada che da San Lazzaro arriverà fino ad Ozzano) fino ad Imola. L'assessore spiega che è arrivato in questi giorni il parere positivo del Ministero delle Infrastrutture, che autorizza l'Anas a sottoscrivere una convenzione con Regione e Provincia per questo prolungamento. In particolare la Regione ha dato disponibilità a finanziare lo studio di fattibilità, che sarà curato dalla Provincia, mentre l'opera verrà iscritta nel piano decennale di Anas. Il prossimo passo sarà dunque sottoscrivere questa convenzione che verrà portata in consiglio. Segue la solita raffica di interrogazioni e interpellanze, tra cui la situazione della Riva Calzoni (la cui nuova proprietà si è impegnata, in un incontro con l'Assessore Meier, a rinunciare al proposito di spostare tutta la progettazione a Milano e quindi a mantenere una presenza a Castelmaggiore), e i problemi causati dalla crescita di extracomunitari nel commercio al minuto. Su questo l'assessore (sempre Meier) ha offerto cifre significative, che penso utile riportare: sulle 51 mila imprese presenti sul territorio bolognese quelle che hanno per titolari stranieri non comunitari sono 2.300, concentrate in 13 comuni su 60, i più grossi (Bologna, Imola, Casalecchio, San Lazzaro, Castelmaggiore, San Giovanni, Crevalcore). I settori economici dove questa presenza è maggiore sono il commercio all'ingrosso e al dettaglio, compreso quello ambulante (con 749 imprese attive, condotte in prevalenza da pachistani, cinesi e senegalesi), il settore edile (con 605 imprese attive, condotte principalmente da albanesi, marocchini e tunisini), e quello artigianale (405, con presenza maggioritaria di laboratori di pelletteria condotti da cinesi). Seguono attività come trasporti, call center, ristoranti. Per quanto riguarda il commercio, la caratteristica principale di questi esercizi è l'orario di apertura continuato e prolungato anche fino a notte, che pare incontrare il gradimento del 20% dei cittadini, secondo una ricerca svolta dalla provincia nel 2003. Seguono risposte su dissesti stradali e uffici postali di località sparse per la provincia. Durante la seduta arriva improvvisa la notizia della liberazione delle due Simone, esattamente due settimane dopo il rapimento. Il consiglio viene sospeso per qualche minuto. L'atto più rilevante di questo consiglio è a mio parere l'approvazione dell'accordo quadro avente ad oggetto la fusione tra Hera e Agea, la società omologa di Ferrara, che ha un volume di affari di circa 140 milioni di Euro, circa un decimo di Hera. La provincia, come azionista (sia pure minimo, con una quota dello 0,08%). In pratica, Hera aumenterà in questo modo i volumi di gas venduti del 12%, i rifiuti trattati del 6%, le forniture idriche dell'11%, ma le reti e le infrastrutture di Agea resteranno in mano pubblica venendo conferite ad una nuova società, in mano al Comune di Ferrara e ai comuni della provincia. Personalmente condivido parecchi dei dubbi e delle preoccupazioni di chi, da destra e da sinistra, ha rammentato i costi molto alti, gli apparati burocratici e amministrativi molto pesanti, i mancati vantaggi per gli utenti di questi accorpamenti che procedono già da tempo. E sempre personalmente mantengo l'impressione che la gestione di questi servizi, così legati al territorio, sarebbe molto più efficace se venisse direttamente esercitata o controllata dal territorio, dai comuni, dalle comunità che vivono direttamente gli effetti della gestione. Mi si dice però che il mercato sta andando in direzione esattamente opposta, ovvero stanno entrando in Italia grandi gruppi stranieri di "multiutilities", per cui la scelta di ingrandire Hera è in questa ottica il male minore, l'unico modo di mantenere "nostro" un settore strategico come quello dei servizi gas, acqua, rifiuti.
Per saperne di più: Verbale 28 settembre.pdf

Consiglio del 21 settembre


Al di là delle solite interrogazioni e interpellanze, la seduta è dominata dall'atto di nomina del presidente del Comitato Tecnico Scientifico per l'approfondimento delle soluzioni indicate dallo Studio di Fattibilità relativamente al nodo autostradale-tangenziale di Bologna, sul quale si è sviluppato un acceso dibattito, prima sulla forma (rispetto alla quale in effetti è emersa la necessità di effettuare una correzione al testo della delibera), poi sulla sostanza (il tema è sempre il passante nord e le sue eventuali alternative).
Viene votato dalla maggioranza, con astensione dell'opposizione, un ordine del giorno per la liberazione degli ostaggi e la libertà, la pace e la giustizia per il popolo irakeno.
Per saperne di più: Verbale 21 settembre.pdf
Allego anche la Composizione del Comitato Tecnico Scientifico che esaminerà diverse soluzioni correlate allo studio di fattibilità del Passante Nord.
Per saperne di più: Comitato Passante Nord.pdf

Consiglio del 14 settembre


Le interrogazioni spaziano dagli impianti eolici (uno esistente, a Monte del Galletto, in comune di San Benedetto val di Sambro, e 3 in progetto (Castel del Rio, Piancaldoli, Monte Canda) all'andamento della raccolta differenziata (che nella provincia e' mediamente intorno al 25%, ma negli obiettivi della legge Ronchi avrebbe dovuto essere al 40%). Emerge come lo strumento "interrogazione/interpellanza" non sia adatto ad approfondire simili tematiche. La risposta dell'assessore deve durare pochi minuti, come anche la dichiarazione dell'interrogante (che può soltanto motivare la propria soddisfazione o insoddisfazione della risposta). Si prosegue con una interrogazione sul fenomeno delle cavallette. 
Forza Italia propone un ordine del giorno che invita (ormai fuori tempo) la Provincia a sollecitare il consiglio regionale a inserire le "radici cristiane" nel preambolo allo statuto regionale.
Ne e' seguito un dibattito dal quale estraggo due posizioni contrapposte, in nessuna delle quali riesco a riconoscermi. Da un lato la consigliera DS Zanotti dice: "Sono avvenuti in questi anni grandi fenomeni, immigrazioni di nuovi popoli, che portano una propria religione. Allora bisogna costruire dei principi che creano condivisione e non divisione, e che tengano conto dei mutamenti. Considerare come vaolre fondante la radice cristiana è un elemento che provoca divisione, discriminazione anziché inclusione". Ma l'inclusione non puo' avvenire se non a partire da una identita', da una storia, e qui si parla di storia, non di presente o futuro. L'obiettivo di andare d'accordo non si ottiene cancellando ogni appartenenza. Dall'altro la consigliera di AN Rubini afferma: "Stanno attaccando la nostra civiltà. La nostra civiltà è fondata sul cristianesimo. Ci piaccia o non ci piaccia. Ci vorrebbe quindi più coraggio nel mettere determinati principi fondanti". Ma nemmeno questo paradigma marziale, per cui tutto si legge con le lenti di uno scontro di civilta', mi convince. Un cristianesimo con l'elmetto arruolato a difesa dell'occidente non mi convince. In mezzo (ahime', non per tiepidezza, ma per saggezza...) il consigliere Zaniboni, capogruppo della Margherita, dice: "Noi eravamo per eliminare il preambolo, riducendolo ad una semplice citazione della Costituzione, dove ci sono tutti e attualissimi i valori fondativi della nostra civiltà. Purtroppo questa proposta non e' stata accettata in Regione. Davanti a questo ordine del giorno, fuori tempo e fuori luogo, preferiamo non partecipare al voto". E credo abbiamo fatto bene.
Per saperne di più: verbale 14 settembre.pdf

Consiglio del 7 settembre


Il Consiglio inizia con un minuto di silenzio dedicato alla strage di Beslan, compiutasi 4 giorni prima. Pochi minuti dopo arriva la notizia del rapimento delle due Simone. Inizia poi la trafila delle interrogazioni, una sulle aziende faunistico venatorie (sono una sessantina in provincia), un'altra sul prolungamento della linea bus di collegamento Bazzano-Vignola, quindi sulla riattivazione linea suburbana tra Vignola e Bazzano, e sul patrocinio della Provincia (senza spese) ad una pubblicazione giudicata mediocre.
In risposta ad una ennesima interrogazione, questa volta sulla diffusione del gambero di acqua dolce, il gambero rosso della Louisiana, emerge una storia interessante, simile a quella che ha portato al proliferare delle nutrie. Dunque, negli anni '90 il gambero rosso arriva in Italia perché qualcuno credeva di potere avviare una reddizia attività di allevamento e commercializzazione. Il business però fu deludente, e quindi abbandonato. Il gambero pero', che intanto era stato introdotto in un habitat naturale non preparato alla sua presenza, cominciò a diffondersi e colonizzare una serie di corsi d'acqua, a partire dal mantovano, poi attraverso la provincia di Ferrara anche nel nostro territorio di Bologna, diventando - soprattutto nella zona di Molinella - pericoloso per la fauna acquatica. Analogo discorso per le nutrie, oggetto di una ulteriore interrogazione. Anche qui, siamo davanti a un roditore che non appartiene alla fauna autoctona, ma che è stato importato per portare avanti un progetto di business; poi davanti alla forte contrazione della domanda di pelliccia questo animale fu semplicemente abbandonato libero per il territorio.
Impressionanti le cifre del piano di abbattimento avviato nel 2000 e durato 4 anni, fino al 2003: gli esemplari uccisi nella sola provincia di Bologna in questo periodo sono stati 45.000. Interessante anche il numero di cani abbandonati (oggetto anch'esso di una ennesima interrogazione): un centinaio nello scorso trimestre estivo, in linea con i dati degli anni passati, mentre sono 75.000 i cani noti all'anagrafe nel territorio provinciale (uno ogni 12 abitanti circa), e 1.300 circa i posti nei canili.
L'atto politicamente più rilevante ha riguardato la fissazione di un termine temporale preciso (il 31 ottobre) per la conclusione dei lavori del Comitato Tecnico Scientifico per la soluzione del nodo tangenziale-autostradale bolognese, al fine di non pregiudicare la disponibilità' dei finanziamenti.
Per saperne di più: verbale 7 settembre.pdf
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