settembre 2005
Seduta del 29 settembre
Seduta congiunta con la V commissione (che si occupa di sanità e sicurezza sociale) e dedicata al tema degli incidenti stradali, attraverso due distinti oggetti: la presentazione del rapporto sull'incidentalità nella Provincia di Bologna nel 2004, e la presentazione delle linee di indirizzo del primo Piano Provinciale per la Sicurezza Stradale.
La fonte dei dati sono i verbali delle forze dell'ordine, che trasferiscono le informazioni essenziali in posta elettronica alla Provincia. Nel 2004 in Provincia di Bologna abbiamo avuto: - 5.300 incidenti (solo quelli con vittime); - 7.000 feriti; - 121 morti; (sono 5.000 in Italia, 45.000 in Europa, 800.000 nel mondo) - 10.200 veicoli coinvolti su un parco circolante di 741.000. Il costo sociale di questi incidenti è stimabile in circa 500 milioni di Euro all'anno.
Il numero di incidenti è salito fino al 2002, poi si è stabilizzato. I feriti e i morti sono in lieve calo.
Sono in crescita gli investimenti di pedoni e ciclisti, definiti "utenti deboli", che nel 2004 incidono per il 15% sulla totalità degli incidenti. Le donne al volante causano un numero molto inferiore di incidenti rispetto agli uomini. Il numero maggiore di incidenti (70%) avviene in strade interne alle zone abitate, ma il numero di morti e feriti è più alto in strade fuori dall'abitato (evidentemente salgono al crescere della velocità).
Le strade che registrano più incidenti per chilometro sono la Galliera, la San Vitale e la Bazzanese (probabilmente perchè sono le più trafficate).
Mentre nei giorni feriali gli orari di punta per gli incidenti sono tra le 7 e le 9 del mattino, e tra le 17 e le 19 (a dimostrazione di quanto incida il pendolarismo lavorativo sull'incidentalità), tra il sabato e la domenica si alzano molto gli incidenti in orario notturno.
Seduta del 23 settembre
La commissione si riunisce insieme al Comitato Consultivo Provinciale per esaminare alcune varianti urbanistiche richieste da diversi comuni della Provincia.
Per un impegno improvviso, ho potuto partecipare solo alla parte finale della riunione, nella quale si è analizzato un caso di variante proposta dal comune di Minerbio, che punta a consolidare il perimetro dell'insediamento produttivo "ritirando" l'edificabilità di un comparto adiacente all'insediamento, che nell'88 fu oggetto di variante specifica e mirata a rispondere alle esigenze espansive dell'industria Bitelli (dichiarate in 20.000 mq di capannoni), ma che a tutt'oggi non sono state attuate, e che più non sussistono: la proprietà del terreno infatti è ancora della famiglia Bitelli, che nel frattempo ha venduto l'azienda alla Caterpillar.
Seduta del 16 settembre
Seconda uscita sulle linee del SFM, per verificare in presa diretta agi e disagi dell'utenza ferroviaria sulle tratte metropolitane, con destinazione - questa volta - Crevalcore.
A differenza di quanto accadde l'8 luglio, sulla linea Bologna-Molinella, le carrozze sono confortevoli (a parte le porte divisorie tra le varie carrozze, che funzionano "a ghigliottina" e sono un po' scomode) e piuttosto nuove, soprattutto all'andata (al ritorno viaggiamo stranamente su un convoglio diesel, della FER, nonostante la linea sia tutta elettrificata).
A Crevalcore ci accoglie l'assessore Lanzoni, che sottolinea come problemi principali dei pendolari tra Crevalcore e Bologna la scarsa puntualità, i "buchi" nella frequenza (di circa 3 ore al mattino) nei collegamenti Crevalcore-Bologna, e frequenti problemi di pulizia delle carrozze.
Nel viaggio di ritorno, intervistato da una giornalista, sottolineo che a monte dei vari problemi sempre denunciati dagli utenti del SFM, soprattutto relativi alla frequenza, alle coincidenze e alle scelte degli orari, vi è la questione della regia: finchè la linea sarà Bologna-Verona, fermate come Crevalcore e San Giovanni risultano marginali rispetto alla pianificazione degli orari di Trenitalia. Solo una gestione locale e integrata tra gli 8 bracci dell'SFM consentirà di organizzare i collegamenti, gli orari e le frequenze a misura dell'utenza metropolitana.
Ma a un certo punto una cimice volata dal finestrino sulla mia maglietta sposta evidentemente l'attenzione della stampa e quindi l'esito della nostra uscita di Commissione: ben 3 quotidiani locali, il giorno dopo, dedicheranno all'episodio altrettanti articoli, mettendo in primo piano un problema (gli insetti sui treni) che se altrove può risultare giustificato, nel caso specifico non è proprio esistito. Di questa stagione basta una finestra aperta, anche a casa propria, per trovarsi accanto un insettino verde, e le carrozze da noi utilizzate non erano sporche. Ma dopo le zecche sul treno Reggio Calabria - Torino, il "filone" giornalistico degli insetti sui treni era evidentemente troppo ghiotto...
Seduta del 9 settembre
Dedicata all'approvazione di una convenzione tra la Regione e la Provincia per la realizzazione di un sistema di monitoraggio automatizzato dei flussi di traffico.
Si tratta di 34 postazioni di controllo sulle strade provinciali, che fanno parte di un progetto regionale che prevede in tutta la regione un totale di 171 postazioni. Tutti i dati saranno raccolti e trattati in maniera centralizzata. Globalmente il progetto impegnerà 2,3 milioni di Euro da parte della regione, e 1,2 milioni da parte delle 9 province, per un totale di 3,5 milioni di euro.
Per quanto riguarda il territorio bolognese, i costi sono sostenuti per 412.000 Euro dalla regione, e per 237.000 dalla Provincia, per un totale di 650.000 Euro.
Per quanto riguarda le tecnologie - a mio giudizio, il vero punto di snodo ove si decide dell'efficacia nel tempo del sistema - ci sono due alternative: le spire, posate nell'asfalto, economiche come installazione ma costose come manutenzione (vanno rifatte ogni volta che si rifa' il manto stradale), o i sensori magnetici, posti in profondità (30 cm) quindi più costosi come posa e meno come manutenzione. Le spire percepiscono fino a 8 categorie di veicoli, i sensori solo 4.
La scelta delle 34 ubicazioni è stata condotta su esigenze di controllo del traffico, senza relazioni con l'incidentalità. Il controllo finora svolto è stato estemporaneo, macchinette piazzate per uno o due giorni, che non consente una osservazione seria.
I dati servono per incrociarli con quelli dell'incidentalità, per programmare la manutenzione, e soprattutto per gestire quel 35% di aumento di traffico veicolare previsto nei prossimi 10 anni, che la rete esistente cosi' come si trova non è in grado di smaltire, e che quindi dobbiamo imparare a utilizzare nel modo più razionale e ottimizzato.
Seduta del 2 settembre
Seduta che inaugura la ripresa autunnale dei lavori in Provincia, dedicata ancora al progetto di variante alla statale 9 (via Emilia) tra San Lazzaro e Imola (cosiddetta Complanare), già presentata in Commissione nella seduta dell'1 luglio, ma in coda ad altri oggetti e quindi senza possibilità di approfondimenti e dibattito. Tra i vari interventi dei colleghi, si segnalano le osservazioni sulla doverosa intersezione tra gli svincoli della nuova opera e le fermate del Servizio Ferroviario Metropolitano, e l'importanza di utilizzare materiali locali e non pregiati (ad esempio conglomerati bituminosi di recupero per il manto stradale, ed argille locali piuttosto che costose sabbie o ghiaie sempre più rare). Resta il grave problema del finanziamento: questa opera, lunga 22 km, ha un costo di circa 8,3 milioni di Euro al chilometro, ma le casse dello stato sono vuote e non si vede all'orizzonte una soluzione a breve.
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